Resterà ancora aperta per un paio di settimane la mostra ‘Seta: il filo d’oro che unì il Piemonte al Giappone’, presso il Castello di Racconigi. Cosa c’entra questa notizia con l’automotive? C’entra, perchè il Technical Sponsor della mostra è Suzuki. E allora cosa c’entra la Casa giapponese con la seta? Semplice: ad Hamamatsu, prima delle auto, delle moto e dei motori fuoribordo, si producevano telai tessili.
LA MOSTRA AL CASTELLO
In provincia di Cuneo, presso il Castello Reale di Racconigi, è aperta dal 14 settembre una mostra sponsorizzata da Suzuki. Il titolo è ‘Seta: il filo d’oro che unì il Piemonte al Giappone’ e resterà aperta sino al 20 novembre 2018. L’esposizione illustra il legame tra il Piemonte e il Giappone attraverso la storia della seta. Suzuki, in Italia, ha sede proprio alle porte del capoluogo piemontese, a Robassomero. Piemonte e Giappone sono uniti da Suzuki dal punto di vista motoristico.
DAI TELAI ALLA 'SUZULIGHT'
Ma ben più vivo è il legame tra la Casa automobilistica nipponica e la produzione della seta. Quando fu fondata nel 1909 da Michio Suzuki, l’azienda produceva telai per la fabbricazione di tessuti. Suzuki Loom Works era il suo nome. A quel tempo la produzione della seta era molto florida nel Paese del Sol levante. Nel dopoguerra lo sviluppo industriale portò lo stabilimento di Hamamatsu ad affrontare nuove sfide. Nel 1952 fu costruita la prima bicicletta a motore, mentre 3 anni più tardi fu la volta della prima automobile, la Suzulight. Il nome dell’azienda divenne Suzuki Motor Co., Ltd.
UN COLOSSO DELL’AUTO
Fino al 1961 telai e auto vennero prodotti sotto le stesse insegne. Oggi Suzuki Motor Corporation è un colosso dell’auto, 8^ nella classifica mondiale delle vendite con oltre 3 milioni di vetture all’anno prodotte all’insegna dell’affidabilità, dell’efficienza e dell’innovazione.
I BACHI GIAPPONESI IN PIEMONTE
Il rapporto tra il Giappone e il Piemonte dal punto di vista della produzione della seta ha una storia lunga. Tutto nacque quando Vittorio Sallier del La Tour si recò in Giappone, alla fine dell’Ottocento. Scopo del viaggio era scoprire e ottenere la migliore varietà di bachi da seta da importare in Italia. L’imprenditorie setaiolo torinese fu dunque precursore di una serie di scambi commerciali tra Piemonte e Giappone.