Mercedes SLC, al volante della nuova spider compatta della Stella

05-Mag-2016  

La stagione è quella giusta. Quella che ti fa venire voglia di guidare con il sole che ti accarezza la pelle e il vento tra i capelli. Quella che ti invoglia a metterti in garage una spider. Una spider come Mercedes SLC, l’erede della SLK che abbiamo provato nella versione turbodiesel.

MERCEDES SLC, L’EREDE DELLA SLK

Sono passati vent’anni dal lancio della Mercedes SLK, la prima spider con tetto rigido ripiegabile della storia, disegnata dall’italiano Bruno Sacco e presentata nel 1996. Il grande pregio del tetto rigido sta nella sua versatilità: quando è chiuso è come avere tra le mani una coupé, con tutti i vantaggi del caso (isolamento dai rumori esterni e assenza di rischio di atti vandalici sulla capotte).

La SLC raccoglie l’eredità della SLK: si tratta di una spider compatta, disponibile con motorizzazioni accessibili, anche turbodiesel - come sull’ultima SLK - con consumi particolarmente bassi. La Mercedes SLC fa parte della famiglia C, come ci suggerisce la nuova denominazione. Quella composta, per intenderci, da Classe C, Classe C Coupé, GLC, GLC Coupé e, a breve, dalla nuova Classe C Cabrio.


LA GAMMA E I PREZZI DELLA SLC

Ma vediamo un po’ com’è composta la gamma della Mercedes SLC: la versione d’ingresso è la SLC 180 con motore 1.6 da 156 CV, che parte da 37.000 euro; poi si passa alla SLC 200 con motore 2.0 da 184 CV in listino a 42.000 euro; la più sportiva è la SLC 43 AMG con motore 3.0 V6 da 367 CV, in listino a 67.000 euro; e poi c’è la SLC 250d, versione che monta il 2.1 4 cilindri turbodiesel da 204 CV, in listino a 45.000 euro.

In tema consumi, le due versioni a benzina della SLC hanno fatto registrare nel ciclo combinato una media di 18 km/l, e anche la più potente AMG ha ottenuto un buon risultato pari a 13 km/l, per niente scontato vista la potenza in gioco. La 250d, con i suoi 23 km/l di media, è senz’altro la più virtuosa.


LA PROVA DELLA SLC 250D

Proprio la SLC 250d è stata oggetto della nostra prova. Un po’ scettici, e preoccupati per il sound tipico dei motori diesel, abbiamo ripiegato il tetto - che è scomparso nel bagagliaio - semplicemente premendo un tasto, e siamo partiti. Le nostre remore sul rumore sono sparite subito, il 4 cilindri diesel della SLC 250d è molto discreto. E in tema prestazioni, sono bastati pochi metri per renderci conto di quanto i 500 Nm già disponibili a 1.600 giri (appena 20 in meno della SLC 43 AMG) rendano piacevole trovarsi al volante di questa versione della SLC, che non sarebbe un’eresia definire sportiva. 

Aggettivo meritato anche dai 6,6 secondi impiegati per bruciare lo 0-100. Il cambio automatico 9G-Tronic, poi, è rapidissimo, e dà grandi soddisfazioni anche con l’uso in manuale attraverso i paddle al volante. La trazione posteriore, il motore sempre pronto, il cambio rapido e l’agilità della vettura sono l’ideale per godersi open air le curve della Toscana con un certo ritmo. 

E poi, se l’aria si fa fresca, si aziona l’Airscarf, ovvero il sistema di riscaldamento per la zona della testa. Praticamente, un’anti-cervicale. Ma la SLC è sfiziosa anche a tetto chiuso, perché il tetto in vetro si oscura o diventa trasparente a piacere. Basta premere un pulsante, e il gioco è fatto. Con la SLC 250d si possono macinare chilometri in un ambiente luminoso e ben insonorizzato. Senza preoccuparsi minimamente dei consumi.