DS Automobiles ha da sempre una vocazione sportiva. Sin dai tempi di André Lefevre, la ricerca della performance contraddistingue il marchio parigino.
LA VITTORIA DEL RALLY DI MONTECARLO
André Lefebvre aveva appena assistito al lancio del suo capolavoro assoluto, la DS 19, quando si ammalò gravemente. La direzione del Centro Studi non venne assegnata a un sostituto, ma i colleghi di Lefebvre, coordinati da Jean Cadiou, si fecero carico delle competenze dell’ingegnere e ciò rese ancor più corale il lavoro. Nel frattempo, nel 1959, una ID 19 si aggiudicò il prestigioso Rally di Montecarlo, grazie all'eccezionale tenuta di strada e al telaio. Le vittorie arrivarono anche con piloti di modesta esperienza, in competizioni sprint o di durata, su asfalto o su terreni impervi.
IL PROGETTO ‘S’
Dopo Montecarlo fu la volta del Rally della Corsica, altro appuntamento prestigioso e selettivo. A causa di una tempesta di neve le 2 DS furono le uniche vetture a raggiungere il traguardo. Per mantenersi ad alti livelli nel motorsport, DS Automobiles progettò una vettura ancora più veloce e più potente della DS. Il Centro Studi francese consegnò al proprio reparto corse una DS firmata ‘S’, come Sport.
LA SFIDA ALLA TRAZIONE ANTERIORE
A capo del team di sviluppo del progetto ‘S’ fu nominato Jacques Né. La carrozzeria della DS da corsa era stata disegnata da Flaminio Bertoni. Per accorciare i tempi di crescita fu allestita una DS di serie equipaggiata con un motore con 2 assi a camme in testa progettato dal motorista italiano Walter Becchia. Lo scopo di questa vettura era quello di testare i limiti ‘fisici’ della trazione anteriore dal punto di vista della potenza applicabile alla trasmissione. Nel 1961 la prima DS sperimentale superò i 180 km/h.
L’ACQUISIZIONE DEL PACCHETTO DI CONTROLLO DI MASERATI
Nel 1964 fu la volta della cabriolet DS alleggerita ed accorciata. L’anno dopo fu testata una nuova cabriolet DS con motore a 2 assi a camme in testa di nuova progettazione da 130 CV. Nel 1967 arrivò la DS coupé con servosterzo a ritorno assistito, prima auto del brand a superare i 200 km/h. Jacques Né però non si accontentò e spinse per avere un nuovo V6 ‘all’italiana’. Pochi mesi dopo Citroën rilevò il pacchetto di controllo di un celebre costruttore di Gran Turismo: Maserati. Il marchio modenese entrò così nell’orbita del Double Chevron.