In un segmento più affollato che mai la Citroen C4 Cactus è senza ombra di dubbio una scelta originale: la sua particolarità è la presenza degli airbump che la proteggono come le spine che ricoprono la pianta grassa (da qui il nome Cactus). Più confortevole che sportiva, questa versione turbodiesel da 100 CV sorprende per i consumi particolarmente bassi. Senza rinunciare al brio.
Addio alla ricerca di parcheggi isolati
Chi è attento alla carrozzeria della propria auto ed è sempre alla ricerca di un parcheggio lontano da tutte le altre – molto spesso impossibile da trovare – non potrà che rimanere conquistato dagli Airbump, pannelli in poliuretano pieni d'aria che proteggono dai danni degli automobilisti distratti che non si curano di aprire con cautela portiera, che finisce inevitabilmente per "segnare" quella dell’auto vicina, ma anche da carrelli della spesa e piccoli urti in movimento (fino a 4 km/h). Lo stile, quindi, è fortemente caratterizzato dalla loro presenza, ma non solo. Il design della Citroen C4 Cactus è davvero qualcosa di insolito in un panorama di forme conservative e, molto spesso, piuttosto aggressive. La C4 Cactus ricorda un po' il passato, ma non prende spunto da nessun'auto in particolare, anche se, come abbiamo già sostenuto in occasione della presentazione della C4 Cactus in Olanda, trova qualche ispirazione dalla Mehari. Citroen, bisogna dirlo, nel corso della sua storia ha più di una volta trovato l'audacia per distinguersi, alle volte con ottimi risultati. E la C4 Cactus, a nostro parere, fa parte dei modelli vincenti.
Interni, connubio tra classico e moderno
Accomodati nell'abitacolo della C4 cactus ci lasciamo coccolare dalle confortevoli poltrone, che nella versione con cambio robotizzato sono senza soluzione di continuità, come nelle vecchie auto americane. La nostra C4 cactus, però, ha il cambio manuale, di conseguenza non abbiamo questa particolarità (le due poltrone anteriori unite) che all’atto pratico non trova alcuna utilità, in quanto non si ricava certo un posto in più. Nessun problema, la C4 Cactus riesce ad essere comunque originale, vuoi per le cinghie in pelle per chiudere le portiere, vuoi per il portaoggetti lato passeggero che si apre verso l’altro, soluzione – questa sì – che migliora l’abitabilità di chi si accomoda a fianco del guidatore. A far da contrasto con uno stile un po’ retrò, i due display in stile tablet, uno più piccolo che funge da strumentazione e un touchcsreen da 7” per controllare le funzioni della vettura. Forse si è addirittura esagerato con la razionalizzazione dei pulsanti, perché ad esclusione del volume dell’autoradio e poco altro bisogna passare inevitabilmente passare dal display centrale, anche per regolare la temperatura della climatizzazione o la velocità della ventola. Nulla di così fastidioso, sia chiaro, ma la reattività del sistema al tocco non è delle migliori. In compenso la facilità d’utilizzo è disarmante, anche per chi, con l’elettronica, non ha dimestichezza.
Solo l’essenziale
Bando al superfluo. Questa è la filosofia con la quale è stata sviluppata la Citroen C4 Cactus, che inevitabilmente non è equipaggiata con alcuni strumenti che siamo abituati ormai da anni a trovare su un’auto del segmento C. Via quindi il contagiri, non disponibile nemmeno a richiesta, i sedili posteriori non sono frazionabili, il volante è regolabile solo in altezza e i vetri posteriori sono a compasso. Una soluzione, quest’ultima, che troviamo solo sulle citycar o sulle vetture a 3 porte, non certo su un’auto a 5 porte di questo segmento. Poco male, se non viaggiate spesso in compagnia (ed è un peccato, perché l’abitacolo è molto spazioso per quattro persone) e se non siete tra quelli che hanno il vezzo del contagiri, forse inutile su un turbodiesel da 100 CV, ma qualcuno ama averlo sott’occhio sempre e comunque. Il lato positivo di tutto questo è un notevole risparmio di peso, che si traduce in brillantezza ed economia d’esercizio, voci dove la C4 Cactus passa a pieni voti. Non mancano, però, gli indispensabili gadget tecnologici delle auto di oggi come il cruise control, il Bluetooth e il navigatore satellitare.
C4 Cactus 1.6 BlueHDi 100 CV, perfetto mix di prestazioni e consumi
Rinunciando al cambio robotizzato si guadagnano prestazioni migliori – il robotizzato è piuttosto lento – e consumi più bassi. I 100 CV di potenza della C4 cactus 1.6 BlueHDi 100 sono più che sufficienti per ottenere una buona brillantezza (tanto per rendere l’idea raggiunge i 184 km/h di velocità massima e accelera da 0 a 100 km/h in 10,7 secondi) e i consumi sono ai vertici della categoria: non è difficile nell’uso reale raggiungere la soglia dei 20 km/l e anche in autostrada, nonostante il cambio a 5 marce, la Cactus beve davvero poco. Merito dei rapporti lunghi del cambio e del pianale della C3 Picasso, più leggero di quello normalmente riservato alle medie del marchio. La Cactus quindi si trova a suo agio in autostrada, dove si dimostra poco rumorosa, in città per la buona visibilità (è una delle poche auto di cui si vedono le estremità del cofano), lo sterzo leggero in manovra e il buon isolamento dalle imperfezioni stradali; in ambito extraurbano offre un buon comfort di marcia e un comportamento sicuro in ogni condizione, ma non ama uno stile di guida aggressivo a causa dell’assetto morbido e di una corsa del cambio particolarmente lunga.
Prezzo e dotazione
Economica nella versione d’ingresso a benzina, la C4 Cactus 1.6 BlueHDi 100 parte da 18.250 nel’allestimento d’ingresso Live che offre una dotazione molto scarna (manca anche il climatizzatore). Nel mezzo c’è la Feel, in listino a 19.750 euro, che offre una dotazione adeguata, ma per averla completa bisogna puntare sulla Shine da 21.500 euro.
Qui il listino di tutte le versioni della Citroen C4 cactus.
Le concorrenti della C4 Cactus
Per trovare delle alternative alla C4 Cactus, più che guardare alle concorrenti dello stesso segmento – cosa tra l’altro non facile, dato che non è facile stabilire quali siano le sue simili – bisogna andare a cercare delle auto dalla forte personalità. Come la 500X, ad esempio, la Mini Countryman o ancora la Kia Soul, che non farà parte del mondo crossover, ma come la C4 Cactus si distingue da tutte le altre per il suo design inconfondibile.