La Mini Cooper Cabrio è l’unica utilitaria cabriolet sul mercato. Il suo stile rétro e la capote in tela ne fanno un oggetto cult, quasi a sé stante rispetto alla versione coupé, dalla quale si differenzia sia per i motori, qui senza alcun tipo di elettrificazione, sia per i fari posteriori tondeggianti, in continuità con il modello precedente.
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La Mini Cabrio in breve |
Test drive: come va la nuova Mini Cabrio S |
Il prezzo della nuova Mini Cabrio |
Il suo look iconico continua a fare innamorare, ispirato alla prima Mini degli anni Sessanta ma con la tecnologia di oggi. I fari circolari con firma luminosa a LED rappresentano il perfetto connubio tra passato e presente, mentre dietro c’è una sorpresa: i fanali mantengono il design della generazione precedente, sebbene con qualche modifica nella grafica ispirata alla bandiera inglese.
L’abitacolo è praticamente identico a quello delle Mini a 3 e 5 porte, rivestito di materiali riciclati e molto, molto minimale: la star è il display OLED da 9,4 pollici, spettacolare nella grafica, ma non molto intuitivo, almeno al primo utilizzo. Ma niente panico, c’è Spike, il simpatico assistente virtuale, che viene in nostro soccorso.
Il tetto è automatico, apribile e richiudibile anche in movimento fino a 30 km/h, e se volete godervi un po' d’aria fresca c’è anche una posizione che potremmo definire “tetto apribile”.
Sulla Cabrio non è previsto il motore 1.5 3 cilindri ibrido che ha debuttato, invece, sul resto della gamma. La scelta è stata quella di mettere il 2.0 turbobenzina a 4 cilindri, senza alcuna elettrificazione, proponendo tre livelli di potenza: 163, 204 e 231 CV.
Ed è giusto così: su un'auto scoperta, il sound è un elemento fondamentale dell’esperienza di guida, e qui, sulla Cabrio S da 204 Cv, non delude. Il volume non è elevato, ma il timbro è molto piacevole.
La spinta corposa ai bassi regimi invoglia a una guida sportiva grazie anche al buon telaio della vettura, ma non prendetela come una compatta sportiva dura e pura: rispetto alle generazioni precedenti la Mini si è ammorbidita, a vantaggio del comfort.
È più una piccola GT, adatta all'uso quotidiano e sufficientemente confortevole anche sui sampietrini, che una sportiva pura da track day come lo era la prima generazione del 2001.
Dalla levetta sulla console centrale si possono selezionare 7 modalità di guida chiamate Experience, tra cui quella Go-Kart. La macchina diventa più scattante, il cambio più rapido e lo sterzo acquista un carico maggiore, pur mantenendo lo stesso livello di demoltiplicazione. A ogni Experience è abbinato un jingle di benvenuto e una grafica dedicata all’interno del display Oled, che funge da infotainment e strumentazione. Davanti al guidatore, infatti, c’è solo un head-up display con le informazioni principali.
Come su tutte le cabriolet, il bagagliaio è sacrificato: la sua capacità è di 215 litri con la capote chiusa e 160 quando è aperta. Sempre meglio, a ben guardare, di una spider a due posti secchi; qui, almeno, è possibile abbattere gli schienali dei sedili posteriori, o usarli per riporre borse morbide, zaini e borsette.
La Cabrio C, versione d’ingresso con 163 Cv, parte da 32.900 euro, la Cabrio S da 204 Cv da 35.900 euro, mentre la Cabrio John Cooper Works da 231 Cv costa 43.900 euro.