Ci troviamo a San Gimignano, in Toscana, e abbiamo tra le mani le chiavi di una Peugeot 106 Rallye bianca del 1993. Gli Anni Novanta sono stati un periodo d’oro per le compatte sportive, e la 106 era uno dei punti di riferimento con cui le rivali dovevano fare i conti. Le sue dimensioni sono lillipuziane se confrontate con una moderna compatta segmento B: la 106 è lunga appena 3,56 metri, larga 1,60 e alta 1,36 m.
LE CARATTERISTICHE DELLA 106 RALLYE
La Peugeot 106 Rallye è praticamente l’equivalente a trazione anteriore di una Lotus Elise: leggera, spartana e dotata di un motore aspirato di modesta potenza. Niente finestrini elettrici, niente aria condizionata, niente bocchette d’aria centrali. Ma soprattutto, niente servosterzo né ABS. All’epoca erano tre le colorazioni disponibili per la Peugeot 106 Rallye: rosso, nero e bianco, con cerchi da 14 pollici bianchi e tappetini interni rossi.
Il motore è un piccolo quattro cilindri aspirato da 1.294 cc da 98 CV a 7.500 giri e 100 Nm di coppia mentre il cambio è un manuale a 5 marce. Con un peso a secco di 810 Kg, la Peugeot 106 Rallye è davvero una piuma, e nonostante la modesta potenza scatta da 0 a 100 km/h in 9,5 secondi e tocca i 190 km/h.
GUIDA ANALOGICA
Apriamo la sottile portiera della 106 Rallye e ci caliamo al posto di guida: la sensazione di semplicità e immediatezza è rilassante e non c’è davvero niente che possa distrarvi dalla guida. Il design degli interni è squadrato e ancora un po’ anni Ottanta; c’è plastica grigia dura ovunque e gli spazi “vuoti” rendono bene l’idea di quanto la lamiera sia sottile e di quanto siano tozze e sicure le macchine moderne.
La posizione di guida è strana: il volante non regolabile ha un diametro piuttosto grosso ed è un po’ orizzontale, quindi se tirate in avanti il sedile per raggiungere una posizione di guida raccolta finirete per non avere molto spazio per le gambe. Girando la chiave il piccolo milletre si risveglia rombando come solo in motore Euro1 sa fare, con un borbottio al minimo leggermente irregolare che ricorda le vetture da rally (geni del marketing).
Le strade toscane che circondano San Gimignano sono perfette per tirare fuori il meglio dalla peugeottina e offrono una buona varietà di curve e buona visibilità, così decido di spingere un po’ la Rallye. Il cambio è molto più preciso e piacevole di quanto la forma lunga e storta possa suggerire, mentre lo sterzo privo di servoassistenza in manovra vi farà faticare.
Il motore è piuttosto fiacco in basso e le marce lunghe non aiutano, ma varcata la soglia dei 4.500 giri inizia a girare più sciolto e dai 6.000 ai 7.000 spinge deciso e urla come un matto. Non è così rigida come pensassi, e anche su buche e avvallamenti copia molto bene la strada. È davvero divertente: una moderna Peugeot 208 Diesel probabilmente andrebbe più forte su queste strade, ma la sensazione di velocità sulla piccola 106 è doppia.
La quantità di informazioni che vi arrivano dal fondoschiena poi sono davvero tante, ed è una sensazione che è parecchio annacquata sulle sportive moderne. Infonde una grande fiducia e, nonostante in rilascio la francese abbia un retrotreno ballerino, non è mai un’esperienza terrorizzante.
L’elemento che sembra soffrire di più gli anni è proprio lo sterzo, molto demoltiplicato e con il primo quarto davvero morto. Bisogna sbracciare non poco per andare forte con la Peugeot 106 Rallye, ma fa comunque parte dell’esperienza di guida. Sorprendenti invece i freni che offrono un pedale ben modulabile e un bel mordente, facendovi capire esattamente quanto potete spingere prima di arrivare al bloccaggio delle ruote.
COCNLUSIONI
Guidare la Peugeot 106 Rallye è un’esperienza che tutti gli appassionati di auto sportive dovrebbero fare. Vi fa riscoprire un piacere di guida che oggi è difficile trovare, un piacere fatto di vibrazioni, comandi analogici e motori affamati di giri. Non sarà velocissima, ma è forse una delle compatte a trazione anteriore più divertenti che siano mai state costruite.