Con il reato di omicidio stradale si intende dare un giro di vite al fine di ridurre gli incidenti stradali o, quantomeno, garantire un livello di giustizia più adeguato nei confronti delle vittime. Il reato di omicidio stradale potrebbe essere introdotto nel nuovo Codice della Strada; la Commissione Trasporti della Camera, infatti, ha approvato la legge delega al riguardo.
Da omicidio colposo a omicidio stradale
Oggi il Codice della Strada prevede il reato di omicidio colposo, con pene – in base all’articolo 589 in vigore dal 27 maggio 2008 – che vanno dai 2 ai 6 anni oppure dai 3 ai 12 anni se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale (ovvero se il conducente è in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope). Troppo poco, sostiene il Senatore Claudio Moscardelli, primo firmatario della proposta di legge per l’introduzione del reato di omicidio stradale. Soprattutto perché generalmente viene applicato il minimo della pena la quale, per effetto delle attenuanti, scende spesso al di sotto dei 3 anni.
Le pene dell’omicidio stradale
Il reato di omicidio stradale si porrebbe a metà strada tra l’omicidio colposo e quello volontario, con pene notevolmente più severe per chi provoca la morte di una persona mettendosi alla guida sotto l’effetto di sostanza alcoliche o sostanze stupefacenti, ma anche per chi viaggia ad una velocità superiore al doppio del limite previsto dal Codice della Strada e per chi non si ferma dopo aver causato l’incidente: in tutti questi casi la proposta di legge prevede la reclusione tra i 6 e i 16 anni, con un massimo di 21 nel caso in cui venga causata la morte di più persone. La proposta di legge di riforma del Codice della Strada prevede anche il ritiro definitivo della patente nei casi in cui la condanna di omicidio stradale diventi definitiva.