Quattro aziende europee su cinque, operanti nel settore del trasporto merci, si dichiarano orientate verso azioni di salvaguardia ambientale. Eppure, ancora molto poche fra queste si dimostrano effettivamente attente ad una reale e accurata gestione degli pneumatici montati sulle rispettive flotte.
A riportare l'attenzione sul tema arriva oggi il nuovo "Attestato di gestione sostenibile degli pneumatici" lanciato da Michelin Italia che ha già assegnato il riconoscimento a 31 aziende sparse da Trento a Catania nella Penisola e dimostratesi concretamente "sensibili" rispetto ad un fattore che non impatta, soltanto e in modo diretto, sull'aumento già insostenibile delle emissioni di anidride carbonica, ma che incide in modo devastante anche sui costi economici del trasporto su gomma.
Il valore soglia di riferimento è stato calcolato da "Dekra" presso il "R&D Center Michelin" di Ladoux dallo storico marchio francese tenendo conto di dati strutturati, derivanti da misurazioni effettuate sugli pneumatici dei mezzi delle flotte di trasporto che ne hanno affidato allo storico marchio francese la gestione. Il risultato è il frutto di una formula matematica che combina due fattori chiave: il tasso di riscolpitura e quello di ricostruzione di ogni pneumatico.
La semplice gestione più oculata dei parametri in questione ha portato le 31 aziende "certificate" ad evitare l'emissione di ben 5058 tonnellate di Co2 - l’equivalente di 18 viaggi compiuti da un tir dalla Terra alla Luna o delle emissioni annuali di una flotta di 115 camion - e di risparmiare 1.854 tonnellate di materie prime, l'equivalente del costo di produzione di 26.428 pneumatici. Un dato che suscita impressione anche rispetto alla sola operazione di riscolpitura, la cui gestione sostenibile può condurre, in base a quanto analizzato dal centro di ricerca Michelin, a risparmiare fino a 1,5 litri di carburante ogni 100 km percorsi.