Lo scorso 25 luglio è stato pubblicato il nuovo report Istat sugli incidenti stradali relativi all’anno 2022.
Dal report si evince subito che il 2022 è stato caratterizzato da una netta ripresa della mobilità e, come conseguenza, anche dell’incidentalità stradale. Rispetto al 2021, infatti, gli incidenti e gli infortunati hanno registrato, nel complesso, una crescita: 165.889 gli incidenti stradali in Italia (+9,2% rispetto all’anno precedente), 3.159 morti (+9,9%), e 223.475 i feriti (+9,2%).
Le cause degli incidenti stradali (h2)
La principale causa degli incidenti è la distrazione alla guida (15% dei casi sul totale), mentre al secondo posto il mancato rispetto dei segnali di stop e precedenza (13,5%).
Nei tratti urbani, tuttavia, il mancato rispetto della precedenza si aggiudica il triste primato. Sono più di 25.995 i casi in termini di valore assoluto. Ecco le cifre nel dettaglio:
- 9.204 casi di mancato rispetto del segnale di stop;
- 6.762 casi di mancata precedenza al veicolo proveniente da destra;
- 8.523 casi di mancata precedenza;
- 1.506 casi di mancato rispetto delle segnalazioni semaforiche o dell'agente.
Ricordiamo, fin da ora, che le norme di precedenza sono regolate dall’articolo 145 del C.d.S., il cui mancato rispetto può portare, oltre alla sanzione pecuniaria, il decurtamento fino a 12 punti sulla patente e, in caso di recidiva, la sospensione della stessa da 1 a tre mesi.
I dati relativi alla mancata precedenza sono preoccupanti, anche perché le principali vittime nelle aree urbane sono gli utenti più vulnerabili della strada: pedoni, ciclisti, motociclisti, nonché tutti gli utenti di micro-mobilità co,me, ad esempio, monopattini. Ed è facile immaginare chi possa subire le lesioni più gravi in uno scontro tra un veicolo a quattro ruote (con maggiori sistemi di sicurezza) e uno a due ruote o un pedone.
Obiettivo: dimezzare i feriti gravi entro il 2030 (h2)
Nel 2021 i feriti gravi registrati sono stati più di 15.900. Numeri allarmanti, che hanno portato la Commissione Europea a porre come obiettivo formale dell’Agenda per la Sicurezza Stradale il dimezzamento dei feriti gravi entro il 2030.
L’Associazione Familiari e Vittime della Strada sta predisponendo per il nuovo anno una serie di attività di educazione alla sicurezza stradale che mirino al raggiungimento degli obiettivi europei. Tali attività coinvolgeranno Scuole, Aziende e Uffici di Esecuzione Penale Esterna.
Nell’attesa che anche le istituzioni attuino le nuove politiche e soluzioni di mitigazione degli incidenti, noi tutti possiamo, sin da subito, contribuire a costruire un ambiente stradale più sicuro: dando, ad esempio, la corretta precedenza. Arrugginiti sull’argomento? Una lettura all’articolo 145 del C.d.S. non può che fare bene, a noi e agli altri.