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Hyundai Kona 1.0 T-GDI 120, la prova su strada

12-Mar-2018  
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Di tutte le Hyundai la Kona è quella più originale, nonché la più personalizzabile, con vernici bi-colore e inserti nell’abitacolo in tinta con la carrozzeria. Disponibile al momento solo in due versioni a benzina, 1.0 3 cilindri turbo da 120 CV e 1.6 4 cilindri turbo 4x4 da 177 CV, amplia la gamma delle SUV Hyundai posizionandosi sotto la più grande Santa Fe e la Tucson. A breve arriverà anche diesel.

COME SI PRESENTA

La Hyundai Kona si inserisce nel segmento delle B-SUV, ovvero quelle SUV compatte che molto spesso derivano da un’utilitaria. Questo però è un caso un po’ particolare, in quanto la Kona non sfrutta la base della Hyundai i20. Mi spiego: se la Kia Rio e la Kia Stonic condividono lo stesso pianale, quello della crossover hyundai è stato sviluppato sviluppato ex novo. Ha dimensioni di poco più grandi della Stonic, pur restando ben al di sotto di quelle della sorella maggiore Hyundai Tucson, ed è disponibile anche a trazione 4x4, al contrario della Stonic.

Il design della Kona è personale, piuttosto aggressivo, caratterizzato da un’imponente griglia anteriore esagonale, fari diurni a LED molto sottili, passaruota muscolosi, e protezioni in plastica per la carrozzeria che seguono tutto il perimetro dell’auto circondando i gruppi ottici anteriori e posteriori. Anche la forma della carrozzeria, larga e bassa, contribuisce a mettere in mostra la mascolinità della Kona.

Gli interni della Konaoffrono una buona dose si spazio, anche dietro. In quanto alle finiture, l’allestimento Style (quello top di gamma) alza l’asticella in termini di qualità percepita. Alcuni dettagli in tinta con la carrozzeria danno un tocco di colore, i rivestimenti della plancia sono morbidi, e quelli del volante e del pomello del cambio sono in pelle. Non particolarmente capiente il bagagliaio, dove molte concorrenti fanno meglio.

La dotazione tecnologica, se si punta sulla Style, è davvero sbalorditiva. Quella per la sicurezza prevede il mantenimento della carreggiata, la frenata automatica d’emergenza con riconoscimento dei pedoni, l’avviso dell’angolo cieco. Poi c’è la ricarica wireless per lo smartphone, il volate riscaldato, i sedili riscaldati e addirittura ventilati, una chicca, questa, talvolta non disponibile neppure su auto di categoria superiore e di marchi più blasonati.

COME VA

Il “millino" 3 cilindri della Hyundai Kona 1.0 T-GDI 120 è tutt’altro che un motore sportivo. Però fa il suo dovere, e lo fa anche bene: grazie al turbo è piuttosto elastico e non si trova mai in difficoltà; d’altra parte, guardando la scheda tecnica, abbiamo a disposizione 120 CV di potenza e 172 Nm di coppia, e proseguendo con i numeri, scatta da 0 a 100 in 12 secondi e raggiunge i 181 km/h di velocità massima. 

Il suo bello, al di là delle prestazioni, è nell’erogazione, molto lineare e fluida anche ai bassi regimi. E poi per l’autostrada c’è una sesta marcia di riposo, e a 130 km/h i motore frulla intorno ai 3.000 giri. Per chi cerca un po’ di grinta c’è il 1.6 4 cilindri turbo benzina da 177 CV con trazione 4x4 e cambio automatico a doppia frizione, che copre lo 0-100 in meno di 8 secondi e supera i 200 orari. In primavera, invece, arriverà il motore 1.6 CRDi, ovvero il turbodiesel proposto in due varianti da 115 e 136 CV. 

Ma la Kona 1.0 T-GDI è la soluzione migliore nella maggior parte delle situazioni, a meno che non si intendano percorrere oltre 20 mila chilometri all’anno. Il consumo medio nel corso della prova è stato tra i 13 km/l (prevalenza di città e autostrada) e i 15 km/l nell’uso misto.

Da guidare mi è piaciuta, perché non ti fa pesare troppo il fatto di essere una SUV. Il baricentro è un po’ più alto di quello di un’utilitaria, ma tra le curve si comporta piuttosto bene e lo sterzo è piacevolmente pronto.

Non è un’auto nata per emozionare alla guida (come del resto le sue concorrenti), piuttosto punta sul comfort, e da questo punto di vista la frizione morbida e il cambio a innesti poco contrastati sono un toccasana, anche in mezzo al traffico. Unico appunto, con i cerchi da 21 pollici, dossi e buche si sentono, soprattutto se ti trovi sul sedile posteriore.

QUANTO COSTA

I prezzi della Hyundai Kona partono da 18.450 a 25.650 euro per la 1.0, mentre la vivace 1.6 da 177 CV ne costa 27.000. La 1.6 turbodiesel, che arriverà in un secondo momento, ha un prezzo di partenza di 20.150 euro per la 115 CV per superare i 30.000 nella versione 4x4 automatica da 136 CV.

Come su tutte le Hyundai, la garanzia è di 5 anni con chilometraggio illimitato, e la dotazione di serie non è affatto male, anche sugli allestimenti economici.

POSSIBILI ALTERNATIVE

Il segmento delle B-SUV è uno di quelli più agguerriti: stanno rubando il posto alle classiche berline a 5 posti come prime auto di famiglia grazie all’aspetto da urban crossover che va tanto di moda, alla posizione di guida rialzata che piace tanto e anche grazie alla versatilità.

L’offerta, dunque, è più ricca che mai. All’interno del segmento troviamo la categoria di quelle più compatte e disponibili in genere solo a trazione anteriore come la Kia Stonic, la Seat Arona, la Peugeot 2008 e la Renault Captur, e poi quelle con dimensioni un po’ più grandi e disponibili anche 4x4 come la Fiat 500X, la Jeep Renegade, la Volkswagen T-Roc e la Mazda CX-3. La Kona è disponibile anche con motori potenti e trazione 4x4, ma in quanto a dimensioni si colloca nel primo gruppo.

A CHI SI RIVOLGE

A chi cerca una piccola SUV dal design frizzante e con una ricca dotazione, che ovviamente si trova sugli allestimenti alti. La 1.0 da 120 CV può bastare nella maggior parte delle situazioni, ma se si aspira a qualcosa di brillante e i consumi non impensieriscono, la versione 1.6 da 177 CV con cambio automatico a doppia frizione e trazione 4x4 è quella a cui puntare.

PUNTI DI FORZA

  • È la Hyundai con più personalità in assoluto

  • La dotazione di serie è ricca

  • Offre tanto spazio in rapporto alle dimensioni esterne

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • In quanto al bagagliaio, molte concorrenti fanno meglio

  • Il tre cilindri si sente agli alti regimi

  • La visibilità posteriore è ridotta

Autore: Michele Neri