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Infiniti Q50 2.0t Sport, la prova della versione turbo

18-Feb-2015  
  • Prova Infiniti Q50 2.0t
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  • Prova Infiniti Q50 2.0t profilo

Dopo aver provato la versione a gasolio e quella ibrida ci siamo messi al volante dell'Infiniti Q50 2.0t, ovvero la versione turbobenzina da 211 CV e 350 Nm con cambio automatico, non particolarmente sportiva ma più piacevole di quella a gasolio e anche più silenziosa. E’ la scelta giusta?


Finiture da segmento superiore

Non vogliamo ripeterci su questioni estetiche già espresse nella prova della Q50 2.2d, ma in questo colore nero con riflessi viola alla luce del sole la berlina giapponese è più affascinante che mai. Sportiva, elegante e diversa da tutte le altre. Salendo a bordo non si può restare indifferenti alle finiture da segmento superiore, ricordando che l'Infiniti Q50 2.0t appartiene al segmento D come Audi A4, BMW Serie 3 e Mercedes Classe C, rispetto alle quali ha dimensioni maggiori. Pelle e alluminio, addirittura magnesio – con cui sono realizzati i paddles per l’uso del cambio in modalità manuale –, i materiali sono di prim’ordine e ogni tasto sulla console centrale ha la consistenza giusta.
Dettagli come il volante e il sedile di guida che si spostano all’accensione e allo spegnimento dell’auto per coccolare il driver, le cinture che si arrotolano automaticamente e i finestrini che chiudendosi rallentano a termine corsa rendono l’ambiente raffinato; e infine il doppio display, un’ottima soluzione perché permette di interfacciarsi con l’infotainment senza dover interrompere la navigazione nemmeno per un secondo.
Il comfort di marcia è molto elevato per i due passeggeri anteriori, quelli posteriori non hanno a disposizione molto spazio in altezza a causa del padiglione spiovente, ma quello per le gambe abbonda.


Se solo la benzina costasse meno

Quando in occasione della presentazione nazionale abbiamo provato la Q50 Hybrid siamo rimasti colpiti dal powertrain da 364 CV e 564 Nm, che consente di muoversi in assoluto silenzio nel traffico e di aggredire l’asfalto quando si affonda in gas. Resta però un’auto per pochi. Ecco quindi che Infiniti ha presentato la Q50 2.2d, la versione a gasolio che potrebbe accontentare probabilmente più del 90% dei clienti per prezzo di listino e costi di gestione, flotte aziendali in primis. Il motore tedesco da 170 CV e 400 Nm non è affatto male, ma neppure stupisce. L’ultima arrivata è la Q50 2.0t, di poco più cara di quella diesel (1.150 euro a parità di allestimento), esente dal superbollo, insospettabile per il fisco e neppure troppo assetata. Le prestazioni sono migliori rispetto alla sorella a gasolio (245 km/h, da 0 a 100 in 7,7 secondi VS 231 km/h e 8,7 secondi), ma sono soprattutto la silenziosità del motore e l’erogazione fluida ad essere di livello superiore. L’unità a benzina di origine Mercedes ai regimi bassi e intermedi quasi non fa sentire la sua voce, e anche a quelli più alti resta discreta. Il consumo medio dichiarato è di 15,4 km/l, e senza dare fondo alle prestazioni del motore siamo riusciti a stare intorno agli 11-12 km/l. Come ogni motore a benzina, però, risente molto dello stile di guida. È più silenziosa, più elastica e anche più grintosa della diesel, peccato che il consumo superiore e il costo più elevato della benzina siano due forti deterrenti, almeno per chi percorre tanta strada; per tutti gli altri invece l’Infiniti Q50 2.0t potrebbe essere una scelta azzeccata.


Molto sicura, non tanto sportiva

Uno dei punti di forza dell’Infiniti Q50 è senz’altro la dotazione di sicurezza attiva che rende la guida quasi autonoma. Basta premere un tasto sul volante e tutti i sistemi di aiuto alla guida si attivano, a condizione di avere l’ESP inserito. Quindi c’è il cruise control attivo che mantiene la distanza dal veicolo che precede – fino all’arresto dell’auto per poi ripartire quando il veicolo anteriore si muove – e anche senza il cruise control inserito, quando il veicolo che precede rallenta e noi non azioniamo i freni, ci pensa la Q50 a metterci al sicuro azionandoli autonomamente. E poi c’è il sistema che mantiene in carreggiata l’auto alle velocità sopra i 70 km/h. In autostrada quindi si viaggia in totale relax, al sicuro e ben isolati dal mondo esterno. Lo sterzo by wire, senza alcun collegamento fisico tra volante e ruote, è uno dei punti forti della vettura, leggero nell’impostazione turistica e rapidissimo in quella più sportiva. La Q50 2.0t però non ama essere strapazzata: le prestazioni sono tutt’altro che scarse, ma nella guida veloce le quasi 1,7 tonnellate si sentono tutte e l’asse posteriore tende a scomporsi facilmente nella fase di rilascio dell’acceleratore in curva. Inoltre il cambio automatico a 7 rapporti è pensato più per l’uso turistico che per quello sportivo, garantisce passaggi di marcia morbidi ma non fulminei. Insomma, tutto bene finché si procede con andature allegre ma poi, avvicinandosi al limite, diventa scorbutica e poco coinvolgente.


Prezzo e dotazione della Q50 2.0t Sport

La Q50 2.0t Sport in prova costa 47.750 euro, un prezzo giustificato dalla qualità e dalla dotazione particolarmente ricca. Tra gli accessori fa gola il Multimedia Pack che prevede, tra le altre cose, l’impianto audio Bose. La Q50 2.2d Sport, invece, costa 44.400 euro, ma di serie c’è il cambio manuale, quindi andrebbero aggiunti altri 2.200 euro per un prezzo finale di 46.600 euro.


Le concorrenti

La berlina giapponese sfida le tre “padrone” del mercato Premium nel segmento D: Audi A4, BMW Serie 3 e Mercedes Classe C. I prezzi sono allineati, mentre per quanto riguarda le dimensioni la Q50 è sensibilmente più lunga delle tre tedesche. La concorrente più affine, però, è la Lexus IS, anch’essa giapponese (è il brand di lusso di Toyota), oggi proposta in Italia solo nella motorizzazione ibrida che abbina un motore a benzina 2.5 4 cilindri a un motore elettrico.