Suzuki rinnova una delle sue bestseller: la Ignis. Lanciata nel 2016, questa SUV ultracompatta è l’unica vettura ibrida del segmento A disponibile con trazione anteriore o integrale, e ancora con il cambio manuale oppure l’automatico CVT. Vediamo com’è cambiata con il restyling.
La nuova Suzuki Ignis in breve
Le novità estetiche
La Suzuki Ignis è il modello più originale della Casa di Hamamatsu e ripropone gli stilemi delle auto più importanti di Suzuki, come il cofano a conchiglia della Vitara, le tre prese d’aria sul terzo montante della Cervo Coupé, il tetto sospeso della Swift e la griglia frontale della LJ, il mitico Suzukino degli Anni Settanta.
Oltre alla griglia ridisegnata, sono stati introdotti due skid plate, elementi dal sapore off-road inseriti all'interno dei paraurti. Infine l'altezza da terra è aumentata di un centimetro grazie alla maggiore escursione degli ammortizzatori.
Alle tinte della carrozzeria si aggiungono l’Avorio Nairobi metallizzato, il Giallo Nepal e il Verde Dublino metallizzato. Anche l’abitacolo è stato modificato: i colori accesi lasciano il posto al nero con un effetto più elegante e, a seconda della livrea esterna, gli inserti interni sono blu scuro oppure argento.
Il rinnovato motore ibrido
La Ignis Hybrid supera i limiti di omologazione Euro 6D grazie al rinnovato motore K12D: si tratta di un 1.2 4 cilindri benzina da 83 CV e 107 Nm abbinato a un generatore (Integrated Starter Generator) che funge da motore elettrico, alternatore e motorino d’avviamento. È alimentato da una batteria di 10 Ampere-ora (precedentemente di 3 Ampere-ora) che accumula energia nelle fasi di decelerazione e fornisce un boost in quelle di ripresa.
Il nuovo 1.2 4 cilindri Dualjet ha valori di potenza e coppia inferiori rispetto al predecessore: 83 CV e 107 Nm VS 90 CV e 120 Nm, ma la coppia massima è ora disponibile già a 2.800 giri mentre prima era necessario raggiungere i 4.400 giri: un vantaggio in termini di piacere di guida e di efficienza, con un miglioramento dei consumi del 9% per la 2WD e del 10% per la 4x4.
Test drive: le sensazioni di guida
Lunga 3,7 metri, la Suzuki Ignis è una "cittadina" perfetta in formato SUV, e l’assetto ulteriormente rialzato non fa che amplificare la posizione di guida dominante. L’auto è piccola, maneggevole e ha un’ottimo raggio di sterzata, dunque si gira in un fazzoletto. L’altezza da terra di 18 centimetri è la stessa di prima, ed è adeguata a superare percorsi in off-road leggero, anche grazie agli angoli di attacco, di dosso e di uscita di rispettivamente 19,8°, 19,9° e 39,9°.
Se poi si vogliono sfruttare le sue doti fuori dall’asfalto si può puntare sulla versione con trazione 4x4 Allgrip Auto - trasferisce automaticamente coppia alle ruote posteriori non appena quelle anteriori perdono aderenza - abbinata al sistema Hill Descent Control.
Ai bassi regimi la Suzuki Ignis risponde bene e, seppure le prestazioni siano modeste, riprende con una discreta verve senza dover ricorrere spesso al cambio. Lo sterzo è demoltiplicato e poco preciso, in compenso il cambio manuale si manovra molto bene e la frizione è leggera.
Nell’uso urbano il cambio automatico CVT dà un bel contributo nel traffico rendendo la guida più rilassante; è bene sapere, però, che calano le prestazioni (la velocità massima passa da 165 a 155 km/h) e salgono sensibilmente i consumi, con una media in base al ciclo WLTP di 18,2 km/l contro i 19,6 della versione manuale. La versione 4WD, disponibile solo con il cambio manuale, percorre 18,5 km/l.
Verdetto
Lo stile unico dalla forte personalità fa della Suzuki Ignis una delle scelte più originali nel segmento delle citycar, all’interno del quale si distingue per essere l’unica SUV ibrida disponibile con trazione integrale e cambio automatico (ma non insieme: 2WD manuale o CVT, 4x4 solo manuale).
L’altro punto di forza è la versatilità: buona altezza da terra per affrontare percorsi off-road, abitacolo spazioso con seduta alta, e sedile posteriore scorrevole che consente di ampliare la capienza del bagagliaio da 260 a 360 litri senza abbattere gli schienali. Un valore, quest’ultimo, da auto del segmento C.
Difetti? Lo sterzo poco preciso e la gommatura dalle dimensioni ridotte prediligono uno stile di guida tranquillo. Rispetto alle concorrenti, poi, ha un prezzo di listino sostenuto, seppure giustificato dalla dotazione ricca già a partire dall’allestimento d’ingresso.
La gamma: versioni e prezzi
Entro la fine del 2020 arriverà la Suzuki Ignis Hybrid GPL con impianto BRC “di fabbrica”, dunque garantito dalla Casa. Fino ad allora la versione 1.2 Dualjet Hybrid è l’unica in gamma, e viene proposta in due allestimenti:
- Cool: di serie sono previsti i fari full LED, i fendinebbia, i cerchi in lega da 16’’ neri, i vetri posteriori oscurati, il climatizzatore, il sistema d’infotainment con schermo 7’’ touch screen, l’Apple CarPlay, l’Android Auto, la retrocamera, i sedili anteriori riscaldati, i sedili posteriori scorrevoli e sdoppiati 50:50 e il sensore crepuscolare.
- Top: aggiunge l’apertura e l’avviamento keyless, il climatizzatore automatico, il navigatore GPS, i vetri elettrici posteriori, le frecce integrate nei retrovisori, il volante in pelle, il cruise control e, infine, i sistemi di assistenza alla guida "attentofrena", "guidadritto" e "restasveglio".
I prezzi
La trazione integrale e il cambio automatico incidono rispettivamente per 1.200 e 1.500 euro. Dunque è meglio 4x4 o con il CVT? Dipende: in zone montane o nel caso in cui si percorrano strade sterrate in pendenza, la trazione integrale può diventare utile. In città, invece, è l’automatico a fare una grande differenza in termini di comfort.
- Ignis Hybrid 1.2 Cool: 16.500 euro
- Ignis Hybrid 1.2 Top: 17.750 euro
- Ignis Hybrid 1.2 Top 4WD Allgrip: 19.250 euro
- Ignis Hybrid 1.2 Top AT (automatica): 18.950 euro