Dopo un milione e mezzo di esemplari venduti e 7 anni di onorata carriera, la Renault Captur si rinnova da cima a fondo. Quella nuova cresce di 11 centimetri di lunghezza, fa il pieno di tecnologia e, con i suoi 7 centimetri in più di altezza e un design più muscoloso, diventa ancora più SUV nell’aspetto.
PIÙ SPAZIO E PIÙ MUSCOLI
Parlando di B-SUV, che in termini di dimensioni sono le SUV più compatte sul mercato, la Captur è stata una delle capostipiti insieme alla Nissan Juke, che, per la cronaca, era uscita 3 anni prima, ormai 10 anni fa. Ed è stato un grandissimo successo, tanto che è stata lei, la francese, a ispirare gran parte dei costruttori a lanciarsi in questo segmento, oggi fondamentale in termini di vendite.
Attualmente le sue concorrenti hanno dimensioni superiori rispetto a quelle della prima Captur, dunque il nuovo modello si è adeguato: ora raggiunge quota 4,23 metri di lunghezza, proprio come Jeep Renegade e Volkswagen T-Roc, tanto per citare due modelli molto apprezzati dal pubblico.
L’aumento del passo è da subito percepibile sedendosi sulla panca posteriore, dove tra l’altro sono comparse due bocchette di aerazione. Anche il bagagliaio ne ha tratto giovamento con 81 litri in più per un totale di 536; e con la panchetta scorrevole di 16 centimetri si può decidere di lasciare più spazio alle gambe dei passeggeri oppure alle valige.
Il suo aspetto era, fino a poco fa, un mix tra una SUV e una monovolume, e piaceva moltissimo al pubblico femminile. Ora, invece, è più unisex, con un look nettamente più SUV, muscoli in vista e cerchi di grandi dimensioni fino a un massimo di 18 pollici. I passaruota più larghi, il lunotto posteriore spiovente e la linea di cintura alta con il lunotto sottile sono determinanti per la presenza scenica.
L’abitacolo, poi, è stato oggetto di rivoluzione, un po’ come per la quinta generazione di Clio, della quale riprende la strumentazione digitale con schermo da 7 a 10,2 pollici (su quest’ultima si può visualizzare anche il navigatore) e il nuovo sistema di infotainment Easy Link. Il salto di qualità è enorme sia in termini di design, (sulla vecchia si notava fin troppo il passare del tempo) sia per la qualità delle plastiche, che da dure e scricchiolanti sono diventate per buona parte morbide, almeno nelle parti più in vista.
Passando alla tecnologia, il sistema multimediale con schermo sviluppato in verticale da 9,3 oppure 10,2 pollici è dotato di una sim dati 4G grazie alla quale si possono ottenere le informazioni sul traffico, sui prezzi del carburante nei distributori vicini al luogo in cui ci si trova, e fare ricerche online letteralmente googolando, grazie alla partnership con l’azienda di Cupertino. Se invece si è affezionati a Google Maps, Waze o altre app di navigazione si può sempre connettere il proprio smartphone attraverso Android Auto e Apple CarPlay.
AL VOLANTE DELLA CAPTUR 1.5 DCI 115 CV
In attesa della Captur ibrida plug-in, il cui arrivo è previsto nel corso del 2020, decido di mettermi al volante della versione diesel con il pluricollaudato 1.5 dCi, in questo caso con 115 CV di potenza. Un motore che conosco bene, brillante quanto basta e soprattutto capace di percorrenze di oltre 20 km/l senza particolari attenzioni allo stile di guida.
I cerchi da 17 pollici dell’esemplare in prova non compromettono il comfort di marcia, di buon livello anche sulle strade rovinate, mentre ne guadagna la precisione di guida. Che, per intenderci, non raggiunge il livello della Renault Clio a causa del baricentro più alto, ma regala un buon feeling e doti dinamiche di tutto rispetto, migliori della precedente generazione non solo per le scarpe generose, ma anche per la nuova piattaforma, più rigida e meno pesante. Grazie al miglior cx aerodinamico e all’insonorizzazione migliorata, la Captur è più silenziosa alle velocità autostradali, seppure sia ancora presente qualche fruscio proveniente dagli specchietti retrovisori.
Quando si passa molto tempo per strada, la differenza la fanno i sistemi di assistenza alla guida. La nuova Captur guadagna il secondo livello di guida autonoma, ma solo per le versioni 1.3 TCe a benzina con cambio automatico EDC. In sostanza il sistema combina l’uso del cruise control adattivo con il mantenimento della carreggiata (Lane Centering): al guidatore è richiesto di tenere le mani sul volante, ma la vettura è in grado di seguire il flusso del traffico fino a fermarsi e ripartire, anche in autostrada, da 0 a 160 km/h di velocità.
GPL E IBRIDA NEL CORSO DEL 2020
Nei prossimi mesi arriveranno sia la versione gassata sia quella ibrida plug-in. La prima sarà una bi-fuel basata sulla Captur 1.0 TCe da 100 CV, avrà un serbatoio della benzina di dimensioni standard di 48 litri e un serbatoio del GPL da 33 litri nominali.
La Captur ibrida, invece, vede l’abbinamento di un inedito motore 1.6 a benzina con due motori elettrici alimentati da una batteria agli ioni di litio da 9,8 kWh ricaricabile alla spina; haå un’autonomia in modalità 100% elettrica fino a 65 km. Il prezzo non è stato dichiarato, ma sono sicuro che si posizionerà al top della gamma Captur.
VERSIONI E PREZZI
Oltre alla motorizzazione diesel 1.5 dCi da 95 e 115 CV, in listino rispettivamente a partire da 20.850 e 23.150 euro, la Captur è disponibile con due motori turbo benzina, il più economico 3 cilindri 1.0 TCe da 100 CV con prezzi da 17.700 euro e i due potente 4 cilindri 1.3 TCe da 130 e 150 CV. Qui il listino completo di Renault Captur 2020 con tutti i prezzi, le schede tecniche e la lista degli optional per configurare la versione scelta.