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Suzuki Swift 1.2 HYBRID 4WD, la prova dell’utilitaria ibrida a trazione integrale

05-Dic-2018  
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La Suzuki Swift 1.2 Hybrid 4WD è un’utilitaria unica nel segmento: unisce l’efficienza di un motore mild-hybrid a benzina alla trazione 4WD, utile quando l’aderenza è bassa. I rapporti corti del cambio la penalizzano sulle lunghe percorrenze, ma i consumi sono bassi.

COME SI PRESENTA

La Swift è l’auto più ammiccante e sbarazzina dell’intera gamma Suzuki, insieme all’ultima generazione di Vitara. Le forme riprendono quelle iconiche e indovinate della prima generazione, ma con uno stile più marcatamente giapponese. Le dimensioni sono compatte: 3,84 metri di lunghezza, quando la Clio, la bestseller tra le utilitarie, misura 4,06 metri, e la Fiesta, per fare un altro esempio, raggiunge i 4,04 metri. Ciononostante l’abitacolo non è piccolo per 4 passeggeri. Appena discreto, invece, il bagagliaio, con capienza di 265 litri.

La Swift 4WD non fa molto per distinguersi dalle altre versioni a due ruote motrici. Anzi, fa di tutto per restare nell’anonimato. Non ci sono protezioni in plastica per la carrozzeria né badge 4WD, se non la scritta AllGrip (è il nome della trazione 4x4 di Suzuki) sul portellone, preceduta da quella Hybrid. I più attenti potrebbero notare l’assetto rialzato di 2,5 centimetri e, andando a sbirciare nel sottoscocca, la scatola del differenziale.

L’abitacolo è spazioso, soprattutto non manca l’aria sopra la testa. I materiali sono economici: non c’è traccia di una plastica morbida al tatto, nemmeno nella parte superiore della plancia, e le finiture sono migliorabili. Eppure riesce ad essere comunque accogliente, e sa viziare i suoi passeggeri con una buona dotazione di serie che comprende, tra le altre cose, i sedili riscaldabili. Piacevoli gli inserti di plastica lucida bianca su plancia e portiere.

COME VA 

Come ho già detto, la trazione 4WD quasi non si nota guardando la piccola giapponesina 4x4. Allo stesso modo, la presenza di un motore ibrido è difficile da percepire quando ci si mette alla guida, se non per la scritta Hybrid sul portellone e per il computer di bordo, che mostra quando il piccolo generatore fornisce potenza al motore e quando recupera energia nelle fasi di rilascio.

Questa Swift, infatti, si guida esattamente allo stesso modo della Swift a benzina. Il sistema ibrido di Suzuki SHVS, acronimo di Smart Hybrid Vehicle by Suzuki, genera una spinta quantificabile in 2,6 kW di potenza che aiuta il motore termico a fornire trazione alle ruote. Non è in grado di far muovere la vettura in autonomia - come quello di una Toyota ibrida, per capirci - e non è abbinato al cambio automatico, non disponibile per la Swift ibrida, né 2WD né 4WD. 

La differenza è tutta in termini di consumo, voce nella quale la Swift eccelle: fuori dalla città è facile superare i 20 km/l, e in media si percorrono senza fatica tra i 16 e i 18 km/l. Il merito va anche alla massa di appena 960 kg. Il sistema SHVS pesa solo 6 kg, non ruba spazio utile, e, oltre a fornire un boost nelle fasi di spunto, svolge anche la funzione di generatore e motorino d’avviamento.

L’assenza dell’ormai onnipresente turbo comporta una certa pigrizia ai bassi regimi, dove il milledue si apprezza per l’elasticità e non certo per la grinta. Salendo di giri si risveglia e si fa più vivace, specie tra i 4.000 e i 6.000 giri, ma nel complesso le prestazioni sono ben inferiori rispetto alla Swift 1.0 Boosterjet Hybrid S a trazione anteriore, come ci dicono i 12,6 secondi (dichiarati) necessari per lo 0-100. I rapporti del cambio sono corti, dunque in autostrada si viaggia a regimi sostenuti e con un po’ di rumore nell’abitacolo. 

La Swift brilla in città e nelle strade extraurbane, dove mantiene buona parte delle sue doti dinamiche nonostante l’assetto alto. Tra le curve è sempre piacevole, ben piantata a terra e con uno sterzo preciso e comunicativo. Anche qui il peso contenuto fa la sua parte. La trazione 4WD AllGrip Auto è integrale permanente con giunto viscoso, incaricato di gestire la coppia motrice tra i due assi: di base viene trasmessa al 90% sull’asse anteriore e al 10% su quello posteriore, con una ripartizione di 50:50 nelle condizioni più difficili come fango, neve, e ghiaccio.

QUANTO COSTA

Il listino della Swift è molto semplice: c’è solo una versione a trazione integrale, ed è ibrida, con cambio manuale e nel ricco allestimento Top, offerta al prezzo di 19.250 euro, promozioni escluse.

La dotazione è completa, e comprende, tra le varie cose, il climatizzatore automatico, i sedili riscaldabili, il sistema multimediale con integrazione Apple CarPlay e Android Auto e schermo touch da 7 pollici, il navigatore GPS, il Bluetooth, l’impianto audio, i comandi al volante, il cruise control adattivo, la chiave elettronica, la telecamera posteriore, e i cerchi in lega. Di serie anche i dispositivi di assistenza alla guida Guidadritto, Attentofrena, Restasveglio, Occhioallimite e Nontiabbaglio.

A CHI SI RIVOLGE

A chi cerca un’utilitaria a trazione 4x4. Rispetto alla piccola fuoristrada Jimny non è adatta ad affrontare percorsi in off-road impegnativi, in compenso non comporta compromessi nell’uso su strada, né dal punto di vista del piacere di guida e del comfort, né dei consumi.

POSSIBILI ALTERNATIVE

Nel segmento delle utilitarie, tecnicamente segmento B, la Suzuki Swift 1.2 Hybrid 4WD non ha rivali. La sorella minore Ignis, infatti, è più piccola, e compete con la Panda 4x4. Lo stesso vale per la Jimny, più piccola e nettamente più orientata all’off-road.

PUNTI DI FORZA

  • I consumi sono bassi nonostante la trazione 4x4
  • È molto compatta, ma l’abitacolo accoglie comodamente 4 persone
  • È l’unica auto 4x4 del suo segmento
  • La dotazione di serie è completa

PUNTI DI DEBOLEZZA

  • La ripresa nelle marce alte è un po’ lenta
  • I rapporti corti la penalizzano in autostrada
  • Alcune finiture sono migliorabili
  • Il bagagliaio è un po’ sotto la media del segmento
Autore: Michele Neri