Nel suo segmento, i 200 CV sono la norma. La Suzuki Swift Sport, invece, risponde con una potenza di appena 140 CV. Pochi? Non proprio: grazie a un peso a secco analogo a quello di una Lotus Elise, il divertimento è assicurato. Il prezzo è accessibile, i consumi contenuti, il comfort niente male.
COME SI PRESENTA
Meno potente rispetto alle altre sportivette del suo segmento, ma anche più compatta, e soprattutto più leggera: la Suzuki Swift Sport si ferma a 975 kg a secco, quando le concorrenti superano facilmente i 1.200 kg. Le premesse per divertirsi non mancano, anche senza frotte di cavalli sotto il cofano. D’altra parte la Swift Sport si presenta come una piccola sportiva adatta ad accompagnarvi in tutte le faccende quotidiane senza farvi rimpiangere la versatilità di una versione normale.
Innanzitutto ha 5 porte, dimensioni da perfetta cittadina (si ferma a 3,89 metri di lunghezza), sospensioni non troppo rigide, e un sound gentile, di una sportività appena accennata. E poi il suo motore 1.4 turbo da 140 CV e 230 Nm è super elastico, capace quindi di lavorare poco sopra i 1.000 giri senza strappare e soprattutto senza farsi pregare per prendere velocità. Le prestazioni? 210 km/h e 0-100 in 8,1 secondi.
L’aspetto è grintoso, soprattutto al posteriore, dove l’estrattore e il doppio terminale di scarico ne evidenziano l’indole racing, soprattutto in questa tinta Giallo Champion ispirata a quella della Swift ufficiale del Junior World Rally Championship. I cerchi in lega da 17 pollici non sono esagerati, come non lo è tutto il resto. Non passerete inosservati, ma non avrete nemmeno gli occhi costantemente addosso.
Nonostante le dimensioni mini, non ci si può nemmeno lamentare del suo abitacolo se si viaggia in 4. Le finiture sono migliori rispetto alle altre versioni della Swift: qui troviamo i sedili sportivi con poggiatesta integrato, la pedaliera in alluminio, il volante rivestito in pelle e altri piccoli dettagli pensati per questo modello. Le plastiche, come in quasi tutte le vetture Suzuki, sono economiche; la dotazione, però, è generosa.
COME VA
I suoi 975 kg a secco sono un grande vantaggio, e non solo perché le basta poca potenza per fiondarsi in avanti non appena si preme il pedale del gas. Semplicemente non si sente inerzia in accelerazione, in curva e in frenata. La Suzuki Swift Sport è un’auto facile, immediata, con una bella dose di coppia che ti permette di affondare il gas in quarta a 40 km/h e riprendere con vigore. È piacevole anche in città, dove si possono sfruttare le marce alte tenendo a bada anche i consumi. Si possono anche percorrere più di 18 km/l con un po’ di attenzione, e rimanere tra i 14 e i 16 senza far caso allo stile di guida.
Potreste pensare che 140 CV siano pochi, ma senza un differenziale autobloccante all’anteriore sembrano tanti, e imbizzarriti.
Perché la giapponesina fatica a metterli a terra in accelerazione: affondando il gas in uscita di curva con la seconda innestata, le ruote cominceranno a slittare come delle forsennate, potete starne certi. La coppia massima è a 2.500 giri, e la risposta è pronta ben sotto i 1.500. L’allungo, invece, non è lo stesso della vecchia Swift Sport con motore aspirato, pigra ai bassi regimi e scatenata a quelli alti. Su questa il divertimento finisce poco dopo i 5.000 giri.
Leggera com’è, comunque, la Swift Sport non resterà ferma con le gomme fumanti ad aspettare un intervento del guidatore per diminuire la pressione sul pedale: mentre le gomme stridono, la Swift si proietta in avanti, desiderosa di guadagnare velocità. Anche in terza può capitare, ma in modo meno drastico. Insomma, il gas va dosato, ed è un bel divertimento. Non sarà molto efficace, però vi dà l’idea di avere sotto il piede un’auto da gestire, come le vecchie turbo degli anni Ottanta, come la Renault 5 GT Turbo o la Fiat Uno Turbo i.e.
In compenso, la Swift curva e frena come un’auto moderna. Vi permette di danzare tra una curva e l’altra con un’agilità degna di un peso piuma, e con un posteriore ballerino il giusto che aiuta l’inserimento. Non è affilata come un rasoio, perché le sospensioni sono pensate per non sacrificare la schiena e lo sterzo non è super diretto, di quelli che basta uno starnuto e l’auto cambia direzione. È un’auto dal sapore old stile, analogica e senza tante diavolerie elettroniche. Non c’è un tasto sport, e nemmeno un tasto eco. Lei è così, sempre e comunque. Un perfetto mix tra divertimento e sfruttabilità come nessun’altra della sua categoria.
QUANTO COSTA
Tenuto conto della dotazione di serie super completa (manca solo la metallizzata offerta a 550 euro), i 21.190 euro della Suzuki Swift Sport sono allettanti. L’equipaggiamento comprende, tra le altre cose, il climatizzatore automatico, la chiave elettronica, il sistema multimediale con schermo touch da 7 pollici e navigatore GPS, la telecamera posteriore, il Bluetooth, l’impianto audio con radio DAB, il cruise control adattivo, i sedili contenitivi, e i cerchi in lega da 17 pollici. Oltre ai dispositivi di assistenza alla guida: Attentofrema, Guidadritto, Restasveglio, Nontiabbaglio, e Occhioallimite.
A CHI SI RIVOLGE
A chiunque ama guidare e non vuole rinunciare alla versatilità di una 5 porte compatta e con un buon livello di comfort. Il prezzo è equivalente a quello di un’utilitaria turbodiesel della concorrenza ben accessoriata, ma in quanto al piacere di guida non c’è storia. Prezzo, consumi e e tassa di possesso contenuti ne fanno una piccola sportiva accessibile.
POSSIBILI ALTERNATIVE
Le concorrenti della Suzuki Swift Sport sono la Ford Fiesta ST, la Renault Clio R.S., la Peugeot 208 GTi, e la Volkswagen Polo GTi; tutte raggiungono la soglia dei 200 CV di potenza e sono più costose, anche da gestire. Con prezzo e potenza simile c’è la piccolissima Abarth 595 1.4 T-Jet da 145 CV, in listino a 20.250 euro.
PUNTI DI FORZA
- È il perfetto mix tra sportività e comfort
- La ripresa è ottima, grazie alla coppia generosa e al peso contenuto
- I costi: ha un buon rapporto prezzo/dotazione e consumi bassi
PUNTI DI DEBOLEZZA
- L’assenza di un differenziale crea difficoltà nel scaricare la potenza a terra
- Abitacolo: belli i dettagli racing, peccato per le plastiche economiche
- Il bagagliaio non spicca tra le concorrenti