Dopo un primo contatto abbiamo messo alla prova la Mazda CX-30 2.5L Skyactiv-G M Hybrid a benzina con sistema mild-hybrid a 24 Volt, per capire se la grossa cilindrata incida realmente sui consumi. E, non meno importante, se il piacere di guida sia all’altezza delle concorrenti dotate di motori più piccoli e sovralimentati.
INDICE |
Come si presenta |
Come va |
Quanto costa |
Punti di forza |
Punti di debolezza |
Con la CX-30, il termine crossover assume un significato ben definito: non è una vera e propria Sport Utility alta e dal frontale imponente, ma una Mazda3 con un assetto rialzato e passaruota rivestiti con plastiche nere grezze. Un dettaglio che, oltre a proteggere la carrozzeria, aggiunge un tocco off-road tanto alla moda.
Dopo l'uscita di scena della B-SUV CX-3, ormai quattro anni fa, la CX-30 è la crossover più compatta della gamma Mazda con motore endotermico. Ma definirla "piccola" sarebbe inesatto: con una lunghezza di 4,4 metri, si posiziona tra le berline del segmento C, come la Mazda3 (di cui è più corta di sette centimetri) e la Volkswagen Golf, ma con una decina di centimetri in più in altezza, per un totale di 1,5 metri.
L'abitacolo riprende in gran parte quello della Mazda3, con uno stile essenziale e lineare. Nell'allestimento Takumi, la plancia è rivestita in pelle e ospita un display multimediale di medie dimensioni sviluppato in larghezza. Anche il quadro strumenti mantiene un'impostazione classica, con contagiri analogico e tachimetro digitale che però simula il classico strumento circolare con lancetta.
È tutto molto classico e di grandissima qualità, quasi commovente se si pensa a quanto sono arzigogolati, complessi e talvolta plasticosi gli interni di certe auto, anche più costose della CX-30.
Lo schermo dell’infotainment non è molto grande e non troviamo i servizi di Google integrati come sulle Renault di ultima generazione, ma la grafica non è male, supporta Android Auto e Apple CarPlay wireless, e c’è l’assistente vocale Alexa ad assistervi.
Basata sulla piattaforma della Mazda3, la CX-30 monta anche gli stessi motori due mild hybrid a benzina. Curiosamente l’unità di cilindrata maggiore è la meno potente: il 2.5L Skyactiv-G eroga 140 CV e offre esclusivamente la trazione anteriore, mentre il 2.0L Skyactiv-X sviluppa 186 CV e può essere scelto sia con trazione anteriore sia integrale.
A bordo della Mazda CX-30 si respira un’atmosfera da vettura di categoria superiore, sia per la qualità dei materiali sia perché, sui sedili anteriori, si viaggia davvero comodi. Il divano posteriore, invece, offre meno spazio, soprattutto per le gambe. Il bagagliaio, con i suoi 430 litri di capacità, non è affatto male.
Alla guida si notano subito le origini da berlina della CX-30, più bassa rispetto alle sue concorrenti SUV: è precisa e stabile tra le curve, e ha un piglio più sportivo pur essendo meno incisiva della Mazda3.
Il set-up leggermente rigido contribuisce al piacere di guida, ma è anche comoda e molto, molto silenziosa.
Il motore 2.5 4 cilindri aspirato offre una souplesse sconosciuta ai più piccoli motori turbo delle concorrenti. Sebbene meno reattivo ai bassi regimi e meno incline a riprendere velocità senza scalare, spicca per regolarità d’erogazione, elasticità ai bassi regimi e allungo. Per capirci, si viaggia benissimo a 1.000 giri e si raggiungono con una certa grinta i 6.500 giri. È un gran bel motore, ed è anche incredibilmente silenzioso.
Il cambio automatico a 6 marce, optional a 2.000 euro, è molto dolce e amplifica il comfort, ma toglie un po’ di coinvolgimento: è un classico convertitore di coppia vecchia scuola, un po’ lento e indeciso, soprattuto se confrontato con i doppia frizione delle rivali, mentre il manuale i Mazda è, insieme a quello di Honda, il migliore sul mercato. Perché rinunciarvi?
E i consumi? La scelta di Mazda di puntare su un 2.5 benzina mild-hybrid è controcorrente, ma i risultati sono interessanti. Nel ciclo misto WLTP, la CX-30 percorre 16,7 km/l, appena meno del precedente 2.0 (16,9 km/l), mentre in autostrada la Casa dichiara un miglioramento del 7%. Su strada, il consumo varia in base al tipo di percorso e allo stile di guida, con una media tra 15 e 18 km/l e punte di 20 km/l sulle strade statali.
La trazione integrale, disponibile solo sulla versione 2.0L Skyactiv-X da 186 CV, ha un sovrapprezzo di poco superiore ai 2.000 euro. Non trattandosi di una SUV con ambizioni da fuoristrada, conviene sceglierla solo se si affrontano frequentemente strade innevate o con scarsa aderenza.
Il listino prezzi oscilla tra i 28.450 e i 36 mila euro in base all’allestimento.
- Piacere di guida quasi da berlina
- Interni ben fatti, ergonomici e dal gusto tradizionale
- Motore elastico e silenzioso
- Divano posteriore un po’ sacrificato
- Cambio automatico poco reattivo