Le mode, si sa, alla fine hanno la meglio, e comprare una berlina compatta, oggi, è un’eccezione. Eppure, rispetto alle Sport Utility, ha dei grandi vantaggi: migliore aerodinamica, meno peso, doti stradali superiori, e prezzo inferiore. La Mazda CX-30 si pone esattamente nel mezzo tra una Mazda3 e una CX-5, ovvero tra una hatchback e una SUV.
INDICE |
Come si presenta |
Come va |
Il prezzo della Mazda CX-30 |
A chi si rivolge |
Le concorrenti |
Punti di forza |
Punti di debolezza |
Avete presente l’Audi A6 Allroad? È stata la prima familiare con assetto rialzato e protezioni in plastica grezza sulla carrozzeria, e ha dato il via a una tendenza, seppure di nicchia.
La Madza CX-30 è l’equivalente dell’Audi A6 Allroad in una taglia inferiore e con una carrozzeria da berlina. Si tratta, di base, di una Mazda 3 con sospensioni più alte e un look campagnolo.
Con una lunghezza di 4,4 metri e un'altezza di 1,5 metri, la CX-30 è circa 6 centimetri più corta e 10 cm più alta della berlina dalla quale deriva, dunque la posizione di guida è dominante. L’altro vantaggio è quello di potere salire e scendere con il minimo della fatica: non ci si deve calare nell’abitacolo né arrampicare come sulle SUV mastodontiche.
Davanti è molto comoda mentre dietro lo spazio non è dei più grandi, dunque se i vostri figli sono dei giocatori di basket e pretendono di allungare le gambe è meglio puntare sulle più grandi CX-5 o CX-60. Nella media, invece, il bagagliaio.
Il design è riuscito: come tutte le Mazda prodotte dopo l’era Ford lo stile è pulito, filante, sportivo e mai urlato. Tra le giapponesi (e non solo) si distingue per eleganza e raffinatezza.
Anche l’abitacolo è raffinato, curato nell’uso dei materiali al livello di un’auto premium. Lo stile minimale della plancia è qualcosa di raro nel segmento, e il cruscotto semplice e chiaro con strumenti analogici - ad eccezione del tachimetro, che è digitale ma sembra analogico - lo trovo delizioso alla vista.
Il climatizzatore si comanda attraverso di comandi analogici - non c’è niente di più intuitivo per svolgere questa funzione - e lo stesso si può dire dell’infotainment, che si controlla con una rotella posizionata nel tunnel centrale. Ecco, il sistema multimediale non è dei più avanzati, lo schermo è relativamente piccolo e non brilla per grafica, ma tutto sommato funziona bene.
La CX-30 ha la tipica impostazione di guida Mazda, vicina alla perfezione. Si sta seduti abbastanza in alto, ma il sedile è ampiamente regolabile e volendo ci si può sentire come su una berlina. L’acceleratore incernierato al pavimento - che in questo segmento troviamo su BMW e Mini - è un dettaglio apprezzabile, e la leva del cambio manuale è la scelta giusta sulla CX-30, perché è un ottimo manuale, mentre l’automatico è un convertitore di coppia vecchia scuola, piuttosto lento.
La gamma della CX-30 consente di scegliere tra due diversi motori a benzina a quattro cilindri aspirati da 2,0 litri con sistema ibrido a 48 Volt, perché Mazda continua a contrastare la tendenza dei piccoli motori sovralimentati, spesso a 3 cilindri, con i suoi più grossi motori aspirati più grandi.
Uno è lo Skyactiv-G da 122 o 150 Cv, e l’altro è il più raffinato Skyactiv-X da 186 Cv, più potente e anche più virtuoso in termini di consumo: 17,9 km/l vs 16,9 km/l nel ciclo misto WLTP. Il più convenzionale dei due motori è l’e-Skyactiv G da 150 Cv, che utilizza un rapporto di compressione molto alto per mantenere l’efficienza. Non mette mai in mostra i muscoli, e non ha nemmeno la grinta di molti piccoli 3 cilindri turbo. Però compensa con una souplesse di marcia unica.
Ai bassi regimi è estremamente elastico, fluido come la melassa calda, impercettibile alle orecchie. A volte potrebbe sembrare di avere a disposizione un motore elettrico, tanto è silenzioso.
Dell’elettrico manca la coppia: accelerando a fondo si ha una ripresa tranquilla ma costante e quasi priva di rumore. Il sistema mild-hybrid dà un aiuto al motore endotermico per ridurre i consumi e le emissioni, ed è impercettibile in termini di sensazione di guida. Le prestazioni non sono neppure male, con 198 km/h di velocità massima e 8,8 secondi per il classico 0-100 km/h, ma per tirarle fuori serve tenere il contagiri nella zona alta.
La Mazda CX-30 è un’auto soprattutto rilassante e molto bella da guidare. Lo sterzo ha una consistenza piacevole, il cambio manuale è sublime e per niente affaticante (da preferire all’automatico, a meno che il tragitto casa lavoro sia in mezzo al traffico) e in curva ha quasi la grazia di una berlina.
I consumi reali sono soddisfacenti per un 2.0 a benzina mild-hybrid, talvolta più bassi rispetto a quelli di alcuni 1.0 3 cilindri turbo con potenza simile. Sulle strade extraurbane dà il meglio di sé con medie di oltre 20 km/l, mentre in città e in autostrada si può ottenere una media tra i 13 e i 15 km/l.
Il listino per la versione Skyactiv-G Hybrid da 150 Cv parte da 28.250 euro nell’allestimento Prime Line e raggiunge i 32.450 euro per quello Nagisa.
A chi cerca un compromesso tra una berlina compatta e una Sport Utility. Si guida bene, ha un aspetto elegante e ha interni molto belli. La Mazda 3 sulla quale si basa, nel caso foste indecisi, costa un po’ meno ed è più agile su strada.
Di concorrenti dirette, ovvero di “berline crossoverizzate”, ci sono la DS 4 e la Kia Xceed. Le SUV dello stesso segmento sono l’Alfa Romeo Tonale, la Cupra Formentor, la Jeep Compass, la Peugeot 3008.
- Stile di esterni e interni
- Motore elastico e silenzioso
- Cambio manuale superbo
- Ripresa poco vigorosa
- Infotainment migliorabile