Il “pandino” è un’auto che ha accompagnato l’infanzia e l’adolescenza di ogni millenial, e che con buona probabilità è stata in ogni famiglia italiana dal 1980 a oggi.
Sembra incredibile, ma quest’anno la super-utilitaria di Casa Fiat compie 41 anni. E oggi come allora è in cima alle classifiche di vendita italiane. Disegnata da Giorgetto Giugiaro e pensata per inserirsi tra la 126 e la 127, la prima generazione di Fiat Panda del 1980 ereditava il bicilindrico raffreddato ad aria della prima e il quattro cilindri dalla seconda: sono la Panda 30 e la Panda 45. Soli 652 cc e 30 Cv per la Panda 30 e 903 cc e 45 Cv per la Panda 45 fanno un po’ ridere oggi, ma l’utilitaria Fiat fu un successo immenso e vinse subito il titolo di auto dell’anno.
Fu la prima, all’interno della gamma Fiat, ad avere un nome simpatico (l’animale simbolo del WWF in questo caso) e non una sigla numerica.
Il look della prima Panda è avveniristico: squadrata, pulita, incredibilmente moderna per i tempi, e proprio la semplicità e l'eleganza l’anno fatta invecchiare come un buon vino.
L’interno è tanto semplice quanto efficace, con un design minimalista e che richiama i film di fantascienza anni ’80 come Blade Runner e Star Wars.
I comandi sono raccolti vicino al volante, a portata di mano, mentre la plancia è attraversata da un vano portaoggetti, proprio come il modello che guidiamo oggi. Il divano posteriore può essere aperto e unito ai sedili anteriori, che se vengono piegati in avanti creano due letti di fortuna (per via della parte posteriore piana).
A due anni dal lancio, nel 1982, arriva la Panda 45 Super, una versione con il cambio a 5 rapporti (in precedenza sono sempre stati 4) e una mascherina “moderna” con i 5 listelli obliqui (il simbolo della Fiat di quegli anni), poi adottata anche sulle altre versioni in occasione del restyling del 1986. Prima dell’aggiornamento, però, fecero in tempo ad arrivare la variante autocarro e la Panda 4x4, con il motore 4 cilindri di 965 cc (48 CV) e la trazione integrale inseribile.
La Panda fu subito un successo e arrivò seconda nell’edizione del 1981 dell’ambito premio Auto dell’anno (a vincerlo fu la Ford Escort).
Il restyling della prima generazione
La prima versione restyling del 1986 è forse la più riuscita: ad oggi, nel 2021, si vede ancora per le nostre strade. Verde acqua, rossa, grigia metallizzata, e con quella mascherina nera con i listelli obliqui belli evidenti (il vecchio simbolo della FIAT) che la rende davvero unica. Le modifiche estetiche svecchiano parecchio la Panda, che gode di nuova linfa vitale: le sospensioni posteriori vengono modificate (con schema a ponte torcente) e i motori vengono rinnovati. I nuovi quattro cilindri “Fire” sono il 769 cc da 34 Cv, e il 999 cc da 45 o 50 Cv, nel caso della versione 4x4. Debutta anche un motore diesel 1.3 da 37 CV.
Il 1990 segnò l’esordio dell’elettrica Panda Elettra e della serie Speciale Italia ’90, con le coppe ruote ispirate a un pallone da calcio.
Nel 1991 la Panda viene rivista ulteriormente: cambia ancora la griglia frontale (con i listelli del simbolo FIAT ancora più piccoli) e vengono introdotte le motorizzazioni Euro 1.
La nuova Panda
La prima generazione di Fiat Panda è uscita di produzione nel 2003 dopo un “onorato servizio” di ben 23 anni.
La nuova Fiat Panda è un’auto molto più grande, più matura, ma dallo stesso spirito di utilitaria “per famiglie”.
Lunga 3,54 metri (contro i 3,38 della prima), la Panda di seconda generazione è stata creata dalla matita di Bertone e poi costruita in Polonia. Stilisticamente l’auto si presenta molto diversa dal modello: addirittura non doveva nemmeno chiamarsi Panda, ma “Gingo”, nome escluso dopo i reclami da parte di Renault per la somiglianza a “Twingo”. E così la Panda, fortunatamente, continua ad esistere.
Gli interni della nuova Panda hanno un’impostazione simile a quella di oggi, con la leva del cambio posta in alto vicino al volante e la seduta alta. La gamma vanta motori diesel, benzina e metano: si parte dal 1.2 Fire quattro cilindri da 60 Cv (al debutto 1.1 da 54 Cv) e dal diesel Multijet 1.3 da 69 Cv. Il secondo anno debutta anche la versione 4X4, mentre nel 2005 nasce la prima Panda sportiva della storia: la Panda 100 HP, dotata di motore 1,4 litri aspirato da 100 Cv, dettagli estetici sportivi, e un assetto rigido.
La Panda di oggi
E si arriva così a oggi, alla terza generazione di Fiat Panda. L’auto torna ad essere prodotta in Italia e viene disegnata dal Centro Stile Fiat sotto la supervisione di Roberto Giolito. La Panda del 2012 è un’evoluzione stilistica della seconda generazione, ma con delle linee più morbide e dettagli stilistici più curati e personali, con chiari richiami al passato (la mensola sul lato passeggero) e spunti molto anni ’80. Cresce l’abitabilità (è lunga 365 cm), mentre debutta anche il motore TwinAir Turbo, un 0.9 2 cilindri turbo da 85 Cv. Oggi non c’è più il diesel 1.3 in gamma, ma si trova per la prima volta un’unità ibrida 1.0 tre cilindri da 70 Cv con sistema a 12 Volt abbinata ad un cambio manuale a 6 rapporti.
La Panda 4x4
La Fiat Panda 4x4 è un'istituzione fin dal suo esordio, nel 1983. Montava un 965 cm³ da 48 Cv, e aveva la trazione 4x4 inseribile dell'austriaca Steyr-Puch e la scocca rinforzata.
Oggi la Panda 4x4 è monta il brillante bicilindrico sovralimentato 0.9 da 85 Cv ed è disponibile negli allestimenti City Cross, Cross e Wild. Rispetto alla Panda 2WD si differenzia per l'assetto rialzato e le protezioni in plastica nera in contrasto per la carrozzeria.