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Citroën, l’incredibile storia della Mehari

28-Mag-2018  
  • Citroën, l'incredibile nascita della Mehari 50 anni fa

Il 16 maggio 1968 nasceva in Francia l’inimitabile Citroën Mehari. Il marchio del Double Chevron sta festeggiando in queste settimane il 50° anniversario. Ma il merito dell’idea del ‘cammello di plastica’ fu di Roland Paulze d’Ivoy de la Poype, personaggio dalla vita romanzesca. Determinanti per il progetto Mehari furono la corsa ai nuovi materiali, la voglia di rinascita dopo il secondo conflitto mondiale e il fascino dei deserti...

L’INTUIZIONE DOPO UN INCIDENTE

Un’auto inusuale e di fascino non poteva non avere una lunga storia originale e affascinante alle spalle. Il protagonista è Roland Paulze d’Ivoy de la Poype. Il ‘marchese’ nasce il 28 luglio 1920 in Francia. De la Poype segue le orme paterne, il padre era colonnello, e si arruola in aeronautica. L’Europa, Francia inclusa, è colpita dall’invasione nazista e la squadriglia del giovane Roland viene trasferita in Africa Equatoriale Francese. Dall’Inghilterra e dalla Russia parte il contrattacco del nostro eroe: dal 1942, fino alla fine della guerra, de la Poype, a bordo del suo Yakovlev Yak-3, abbatte 16 velivoli nemici. A soli 27 anni si può così fregiare dei titoli di ‘Eroe dell’Unione Sovietica’, ‘Ordine della Bandiera Rossa’, ‘Ordine di Lenin’, ‘Medaglia al Merito per la Guerra Patriottica’, ‘Medaglia della Vittoria’ e ’Croce di guerra Cecoslovacca’. Tornata la pace, de la Poype si reinventa industriale nel proprio Paese. La plastica è al centro della sua produzione, un materiale che sta rivoluzionando il mondo. Tra i clienti della SEAB (Société d'études et d'applications des brevets) c’è Citroën. Furgonette 2CV e furgoni Type-H sono anche i mezzi a disposizione dell’azienda. Un giorno, uno di questi, è coinvolto in un incidente. A de la Poype viene in mente di riparare il mezzo con una nuova carrozzeria in plastica. Il progetto viene proposto anche alla stessa Citroën, che ne rimane colpita e incomincia subito la produzione. Addirittura le prime vetture vedono la luce negli stessi stabilimenti SEAB: è la nascita di un mito.

IL ‘CAMMELLO DI PLASTICA’

La corsa alla progettazione di nuovi materiali tra ‘800 e ‘900 ha permesso passi avanti enormi: in Svizzera fu ideato il rayon, poi fu la volta della bachelite, utilizzata nella costruzione di componenti elettrici. Studi volti al miglioramento del polistirolo portarono a metà del XX secolo alla messa a punto di una nuova molecola, chiamata ABS (Acrilonitrile Butadiene Stirene). L’ABS si rivela essere rigido, capace di assorbire urti senza rompersi, facilmente plasmabile e da colorare con il suo aspetto lucido e brillante, come sanno tutti quelli che hanno giocato con i Lego. Ecco di cosa era fatta la Mehari del 1968 uscita dalla SEAB di Roland Paulze d’Ivoy de la Poype. Un’auto sicura, pur essendo leggerissima, e vivace. Una semplice copertura in tela le permetteva di percorrere anche le strade meno 'vacanziere'. Dalla lumaca di latta, nomignolo della Citroën 2CV, si passò al cammello di plastica: Mehari è il nome di una razza di cammelli da corsa e da combattimento.

I COLORI DEL DESERTO

L’uso della plastica ABS ha permesso ai tecnici di colorare in modo uniforme la materia, resistente ai graffi o ai piccoli urti. Inoltre ha consentito di ottenere una qualità costante nella tinteggiatura. Le prime 20 Citroën Mehari rilasciate da de la Poype avevano stupende tinte metallizzate. In quasi 20 anni di produzione le carrozzerie furono dipinte in Rouge Hopi, Vert Tibesti, Vert Montana, Orange Kirghiz, Beige Kalahari, Beige Hoggar, Jaune Atacama e, per la serie speciale Azur, anche in bianco e blu. Curiosamente i nomi dei colori riprendono i maggiori deserti del mondo. E proprio tra le dune, la piccola Mehari è riuscita a togliersi anche soddisfazioni sportive, partecipando a grandi raid. Alla Parigi-Dakar la Citroën Mehari ha invece svolto con successo il prezioso ruolo di auto medica ufficiale.

Autore: Francesco Bagini