La Mazda CX-60 è la SUV diesel di medie dimensioni più convincente sul mercato: il suo 3.3 6 cilindri in linea potrebbe spaventare per l’enorme cubatura, ma è tra i propulsori diesel più efficienti, anche confrontandolo con cilindrate inferiori. La CX-60 ibrida plug-in, invece, è perfetta per le flotte.
INDICE |
La Mazda CX-60 my 2025 in breve |
La dotazione di serie di ogni allestimento |
Test drive: la prova della CX-60 2025 |
Il listino prezzi |
Con il restyling di metà carriera, la Mazda CX-60 mantiene invariato il suo design. Le novità riguardano la dotazione e alcuni gli aggiornamenti tecnici.
Partiamo dall’estetica, la cui unica novità è rappresentata dalla tinta Zircon Sand Metallic, un sabbia metallizzato. Le altre tinte sono: il bianco Arctic White (l’unico di serie), il rosso Soul Red Crystal, il grigio scuro Machine Grey, il bianco perlato Rhodium White, l’argento Sonic Silver, il grigio chiarissimo Platinum Quartz, il blu scuro Deep Crystal Blue, e il nero Jet Black.
Nell’abitacolo, invece, l’allestimento Homura prevede ora sedili in pelle Nappa nera, rivestimenti della plancia “Cordovan” in pelle sintetica, inserti in plastica cromata, e cielo di colore nero. Come sempre, è possibile scegliere inserti in legno d'acero e varie tipologie di pelle.
La gamma si arricchisce degli allestimenti Homura Plus e Takumi Plus, ancora più ricchi rispetto agli allestimenti Homura e Takumi. La dotazione di serie, in ogni caso, è adeguata anche nell’allestimento d’ingresso.
CX-60 Prime: interni in tessuto nero, volante e pomello del cambio in pelle, schermo centrale da 12 pollici con navigatore integrato, telecamera posteriore, sensori posteriori, Apple CarPlay e Android Auto wireless, fari full LED, cruise control adattivo, e cerchi in lega da 18 pollici.
CX-60 Exclusive: alla dotazione dell’entry level aggiunge, tra le altre cose, sensori anteriori e posteriori, fari abbaglianti automatici, volante riscaldato e con paddle, sbrinatore parabrezza anteriore, tessuto nero specifico per gli interni, griglia anteriore con motivo orizzontale, e cerchi in lega da 20 pollici.
CX-60 Homura: interni in pelle Nappa nera, illuminazione d’ambiente diffusa, cruise control Adattativo MRCC (con Full Speed e Intelligent Speed Assist), fari a matrice di LED con lavafari, montante centrale nero lucido, cornice passaruota in tinta con la carrozzeria, specchietti retrovisori esterni nero lucido regolabili, riscaldabili e ripiegabili elettricamente, e cerchi in lega da 20 pollici nero lucido.
CX-60 Homura Plus: aggiunge impianto audio Bose con 12 casse, telecamera a 360°, portellone elettrico, ricarica wireless per smartphone, vetri posteriori oscurati.
CX-60 Takumi: rispetto alla Homura si differenzia per finiture cromate all’esterno invece di nere (griglia, prese d’aria laterali, specchietti retrovisori, cornici dei vetri, cerchi in lega) e i rivestimenti degli interni in pelle Nappa bianca con inserti in legno d’acero.
CX-60 Takumi Plus: si basa sulla Takumi a cui aggiunge impianto audio Bose con 12 casse, telecamera a 360°, portellone elettrico, ricarica wireless per smartphone, vetri posteriori oscurati.
La gamma motori della Mazda CX-60 resta invariata. Si può scegliere, dunque, tra l’ibrida plug-in 2.5 a benzina da 328 CV e 500 N, e la mild-hybrid 48 Volt 3.3 6 cilindri in linea diesel da 200 CV a trazione posteriore oppure 249 CV 4x4.
La versione a benzina prevede un motore elettrico alimentato da una batteria da 17,8 kWh, e l’autonomia in EV è di 64 km viaggiando a una velocità massima di 100 km/h. Mette sul piatto prestazioni notevoli (0-100 km/h in 5,8 secondi) e la possibilità di percorrere circa 50 km al giorno in modalità elettrica, che ovviamente possono essere di più o di meno in base al percorso. È quella giusta per le flotte aziendali, anche in vista di un canone vantaggioso nel suo segmento.
La mia preferita, però, è la CX-60 3.3 6L Skyactiv-D, la versione diesel. Perché monta uno dei motori a gasolio migliori sul mercato, insieme a Mercedes: il costruttore giapponese e quello di Stoccarda sono stati tra gli ultimi a investire nello sviluppo di un propulsore diesel, e i risultati si vedono.
L’efficienza è sbalorditiva: pur essendo un 3,3 litri, consuma meno di molti 2.0 4 cilindri diesel.
Ha un suono discreto e vellutato, con un’eleganza sconosciuta a un 4 cilindri, e non importa se è diesel, è comunque nobile. La spinta è poderosa, ma più che per le prestazioni, non particolarmente aggressive, si distingue per la rotondità di funzionamento e la coppia ai bassi regimi.
Il comfort di alto livello della CX-60 è stato ulteriormente migliorato con l’aggiornamento grazie all’introduzione di ammortizzatori più efficaci nello smorzamento e molle al posteriore più morbide, dove, in genere, si sentono maggiormente i dossi.
La stazza importante non ne fa una delle SUV più agili sul mercato, anzi: è proprio a questa voce che la CX-60 ha sempre sofferto rispetto a concorrenti con ammortizzatori a controllo elettronico (senza dubbio più costosi) o con 4 ruote sterzanti. Sulla nuova CX-60, però, la maneggevolezza è sensibilmente migliorata e lo sterzo ha una consistenza piacevole. È un'auto che predilige la guida tranquilla e che non affatica nemmeno dopo centinaia di chilometri al volante.
I consumi sono da record per un diesel sei cilindri: 20 km/l per la 200 CV RWD e 18,5 km/l per la 249 CV 4x4. Dati impressionanti, ottenuti nel ciclo misto WLTP, facilmente replicabili nell’uso reale.
La nuova CX-60 parte da 53.850 euro nella versione diesel da 200 CV, da 60.350 in quella 4x4, e da 55.850 euro nella versione ibrida plug-in. Qui il listino prezzi completo.