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Renault Mégane RS, la prova su strada

28-Ott-2014  
  • Prova Renault Mégane RS
  • Prova Renault Mégane RS dettaglio logo RS
  • Prova Renault Mégane RS tre quarti posteriore
  • Prova Renault Mégane RS tre quarti anteriore
  • Prova Renault Mégane RS abitacolo
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  • Prova su strada Renault Mégane RS
  • Prova Renault Mégane RS anteriore
  • Prova Renault Mégane RS posteriore
  • Prova Renault Mégane RS tre quarti posteriore lato sinistro
  • Prova Renault Mégane RS dettaglio sezione posteriore
  • Prova Renault Mégane RS dettaglio volante

Inutile girarci intorno, il pezzo forte della Renault Mégane RS è il suo potentissimo motore 2.0 4 cilindri turbo da 265 CV che le consente di tirare fuori prestazioni sorprendenti. Ma sarà in grado di scaricare tutta la potenza sulle ruote anteriori senza pregiudicarne la guidabilità? Nella nostra prova su strada abbiamo fatto di tutto per metterla in crisi, vediamo chi l’ha spuntata.


Aspetto corsaiolo

La Renault Mégane Coupé, dobbiamo ammetterlo, non è una di quelle auto che ci fa battere il cuore. Il suo design è un po’ anonimo, e il fatto di sacrificare l’abitabilità e soprattutto la praticità delle versioni 5 porte o station wagon senza dare nulla di particolarmente rilevante in cambio in termini di sportività ci pare poco sensato. Ma quando sulla carrozzeria della Mégane Coupé in questione c’è il logo RS, le cose cambiano radicalmente. La Mégane RS, infatti, ha un aspetto a dir poco corsaiolo: le sue forme sono anabolizzate da tutte quelle appendici aerodinamiche che mettono in mostra senza pudore i suoi muscoli, alle quali si aggiungono i grossi cerchi in lega da 19” – optional sulla vettura in prova, di serie ci sono i cmq più che dignitosi 18” – e l’imponente terminale di scarico trapezoidale posizionato centralmente. Gli interni lasciano a desiderare in termini di finiture, ma il cambiamento rispetto alle versioni “normali” è evidente, a cominciare dai sedili avvolgenti Recaro con poggiatesta integrati offerti in opzione che si dimostreranno assolutamente necessari vista la velocità con cui si possono affrontare le curve.


Un turbo che gira in alto

Ormai siamo abituati a trovare motori turbo sulle sportive più recenti, con dispiacere dei più nostalgici amanti di quelli aspirati, ma possiamo assicurare che il due litri sovralimentato della Mégane RS non potrebbe essere più sportivo. In basso la coppia c’è, per carità, ma solo salendo di giri viene fuori la sua furia, dando il massimo quando la lancetta del contagiri si avvicina alla zona rossa. I numeri non mentono: la sua potenza massima di 265 CV viene erogata a 5.500 giri, mentre la coppia massima di 360 Nm arriva oltre i 3.000 giri, quando la belva francese comincia a spingere davvero. Le prestazioni dichiarate rendono bene l’idea di quanto vada forte, accelerando da 0-100 km/h in 6 secondi netti fino a raggiungere la velocità massima di 250 km/h. Ma il suo motore è solamente un parte di una sportiva davvero coi fiocchi, una di quelle che danno assuefazione agli automobilisti che mettono al primo posto il piacere di guida.


Doppia anima col tasto RS

Senza premere il tasto RS, nascosto a sinistra del piantone dello sterzo, la risposta all’acceleratore è gentile, almeno finché non si raggiungono i regimi intermedi, e qui la Mégane comincia a far sentire la sua forza. Premendo una sola volta il tasto il sistema antisbandata ESC viene tarato nella modalità Sport, ovvero in quella che lascia un po’ di margine prima di intervenire; ma non è l’unica cosa che varia, perché basta sfiorare il pedale del gas per capire che la Mégane RS è sull’attenti, il suo rombo passa da gentile a più rauco e scoppiettante (anche se resta sempre discreto) ed è pronta a scattare come un felino che ha adocchiato la sua preda. Non vi basta? Tenendo premuto il tasto per un paio di secondi si avrà la modalità Race: i controlli vengono completamente disattivati e il motore ha una risposta ancora più pronta. Superati i 4.000 giri, dove tanti motori turbo cominciano ad avere il fiato corto, la Mégane RS spinge con una foga incedibile senza perdere mordente fino a quando un segnale acustico avvisa che è il momento di cambiare marcia, ovvero intorno ai 6.000 giri. A quel punto basta guardare la lancetta del tachimetro per capire che la vostra patente è fortemente a rischio.


Un differenziale che fa la differenza

Uno dei problemi che hanno sempre avuto le piccole e medie sportive tutt’avanti, anche quelle decisamente meno potenti della Mégane RS, è quello di risultare fastidiosamente inclini al sottosterzo, soprattutto nel misto stretto quando si esagera col pedale del gas in uscita dalle curve. Ecco, con questa francese vi dimenticherete il significato di sottosterzo. Com’è possibile? Grazie ad un differenziale autobloccante meccanico che vi tira fuori dai tornanti in un modo talmente efficace che sembra di sfidare le leggi della fisica. E anche quando la curva è stretta e si anticipa il gas troppo presto, si sente la ruota interna che slitta per un brevissimo istante mentre quella esterna fa in modo che la vettura segua la direzione voluta dal pilota. Tradotto vuol dire che nel misto è veloce come poche, e lo ha dimostrando battendo il record alla Nordschleife del Nürburgring tra le vetture a trazione anteriore: appena 7’ 54’’ 36 nella versione RS Trophy, che rispetto alla RS della nostra prova su strada ha 10 CV di potenza extra, il telaio Cup, ammortizzatori regolabili firmati Öhlins e fa segnare qualche chilo in meno sulla bilancia. Tornando alla “nostra” Mégane RS, portatela in una strada ricca di curve e resterete stupiti di quale ritmo si possa tenere con lei.


Un portento quando si va forte

Velocissima  e incredibilmente reattiva, la Mégane RS ha uno sterzo piuttosto pesante alle basse velocità, ma eccezionale a quelle alte perché diretto e ricchissimo di feeling, con qualche reazione al volante causata dal differenziale autobloccante. Ottimo il bilanciamento generale, con un posteriore reattivo che alleggerendosi aiuta l’inserimento in curva ma senza essere troppo selvaggio, anche se nelle staccate più aggressive – e i freni, credeteci, sono eccezionali – tende a scomporsi un po’. Insomma, la Mégane RS è davvero esaltante nella guida al limite, ma richiede un certo rispetto se si decide di sfruttarne le potenzialità con i controlli disinseriti. Nell’uso quotidiano è piuttosto rigida ma non granitica nonostante il telaio Cup presente sull'esemplare in prova, e i comandi richiedono un certo forzo, sterzo in primis. Ma considerando che potrebbe dare del filo da torcere a sportive ben più blasonate si dimostra tutto sommato abbastanza versatile, offrendo perlomeno un abitacolo omologato per 5 e un bagagliaio da ben 377 litri.


Le concorrenti

Pur non essendo un segmento particolarmente interessante in termini di immatricolazioni, l’offerta di compatte sportive del segmento C abbonda, ma non sono molte quelle che offrono la stessa aggressività della Renault Mégane RS.
Spulciando il listino troviamo l’Alfa Romeo Giulietta 1750 Turbo TCT Quadrifoglio Verde da 245 CV con carrozzeria 5 porte e cambio robotizzato, più versatile ma non sportiva quanto la francese, in vendita a 34.250 euro; la Ford Focus ST da 250 CV, disponibile nelle varianti 5 porte e station wagon con prezzi a partire da 31.000 euro; l’Opel Astra OPC da 280 CV 3 porte da 32.550 euro; la Seat Leon 2.0 TSI Cupra da 280 CV, disponibile sia con il cambio manuale sia con l’automatico a doppia frizione DSG, con prezzi da 32.200 euro. Salendo notevolmente di prezzo ci sarebbero anche l’Audi S3 e la Subaru WRX, entrambe con 300 CV di potenza e dotate di trazione integrale, ma che hanno in comune con la Mégane RS una spiccata indole sportiva.


Prezzo e costi di gestione

Se guardiamo il rapporto prezzo/prestazioni la Renault Mégane RS non è affatto cara, perché con il suo prezzo di listino di 26.950 euro è veramente difficile trovare un’auto capace di offrire queste prestazioni e soprattutto un handling tanto coinvolgente, frutto del lavoro dal capacissimo reparto Renault Sport. La dotazione è da integrare almeno con il telaio Cup e con i sedili sportivi Recaro in cuoio, facendo attenzione a non farsi prendere la mano dagli equipaggiamenti tecnologici (retrocamera, R-Link con cartografia europea, chiave d’accesso elettronica) e da altri accessori, perché la vettura in prova supera i 35.000 euro. Poi bisogna fare i conti con una tassa di possesso consistente (786,95 euro), una rivedibilità non proprio facile e consumi elevati. A proposito di consumi, la soglia psicologica dei 10 km/l è raggiungibile solo passeggiando tranquillamente fuori dal traffico cittadino, ma in città e soprattutto guidandola come effettivamente andrebbe guidata diventano un miraggio.