La Hyundai Ioniq 6 è la nuova ammiraglia elettrica della Casa coreana. Ha un design non certo banale per una berlina, tutto orientato all’aerodinamica, e con la sua batteria da 77,4 kWh è in grado di garantire un’autonomia fino a 614 km in base al ciclo di omologazione WLTP.
INDICE |
La Hyundai Ioniq 6 in breve |
Due batterie e tre versioni |
Efficienza e autonomia |
Test drive: come va la Hyundai ioniq 6 |
I prezzi di listino |
La sorella maggiore di Ioniq 5
La gamma di elettriche firmate Hyundai non potrebbe essere più eterogenea: se la Ioniq 5 ha una carrozzeria tagliata con l’accetta, in puro stile Cyberpunk, la sorella maggiore ha una silhouette tondeggiante che ricorda vagamente quella di una Saab 900 e, al posteriore, di una Porsche 911 allungata.
In comune hanno la piattaforma e la capacità di riportarci (con un po’ di immaginazione, sia chiaro) agli anni Ottanta, anche grazie a molti elementi che ricordano i pixel.
La Ioniq 6, però, si ispira alle streamliner, ovvero alle berline snelle, sportive degli anni Trenta.
Lo stile sinuoso - e senza dubbio poco convenzionale per una berlina del segmento D lunga 4,88 metri - ha uno scopo ben preciso, ridurre al minimo l’attrito con l’aria portando la vettura a ottenere un Cx, ovvero un coefficiente di resistenza aerodinamica, molto basso, di solo 0,21.
In tutta questa profusione di curve spiccano alcuni elementi squadrati, a cominciare dalle telecamere dei retrovisori digitali che proiettano le immagini sugli schermi posizionati sulle portiere, per continuare con i fari, anteriori e posteriori, formati da una grande quantità di cubetti che richiamano il concetto di pixel, presenti anche in altri punti della carrozzeria.
L’abitacolo
All’interno ne troviamo quattro retro-illuminati al centro del volante, che indicano in modo sommario lo stato di carica della batteria. Ovviamente nella strumentazione digitale vengono indicate la percentuale residua accanto alle informazioni su consumi e autonomia.
È proprio nell’abitacolo che si vede la parentela tra Ioniq 5 e Ioniq 6: l’impostazione della plancia è la stessa, con i due grandi schermi da 12 pollici inseriti in un grande pannello, a cui si aggiungono i due display delle telecamere, e il volante a due razze.
Le pelli sono trattate ecologicamente e molte delle plastiche sono realizzate con materiali di recupero. I tappetini, ad esempio, sono fatti con le reti da pesca riciclate. In generale la qualità percepita è alta, ad eccezione della parte interna del tunnel centrale - dove sono posizionati i pulsanti degli alza cristalli, per intenderci - ruvida al tatto e dall’aspetto economico, ma senza dubbio a basso impatto ambientale.
- Ioniq 6 Standard: batteria 53,3 kWh, trazione posteriore, potenza 151 Cv, velocità massima 185 km/h, accelerazione 0-100 in 8,5 secondi, autonomia 429 km
- Ioniq 6 2WD Long Range: batteria 77,4 kWh, trazione posteriore, potenza 229 Cv, velocità massima 185 km/h, accelerazione 0-100 in 7,4 secondi, autonomia 614 km
- Ioniq 6 AWD Long Range: batteria 77,4 kWh, trazione 4x4, potenza 325 Cv, velocità massima 185 km/h, accelerazione 0-100 in 5,1 secondi, autonomia 519 km
L’autonomia, misurata nel ciclo WLTP, scende a 545 km per la Ioniq 6 Long Range con cerchi da 20 pollici invece che con quelli da 18 pollici.
Arriviamo al dunque: potrà la Ioniq 6 diventare un punto di riferimento nel mondo delle berline elettriche?
Su questo fronte la Tesla Model 3 lo è sempre stata, e ha raggiunto un successo strepitoso sul mercato europeo surclassando in termini di vendite le premium tedesche. La berlina coreana (che, tra l’altro, ha dimensioni superiori alla Model 3 e offre più spazio per i passeggeri) sembra al momento una delle poche proposte elettriche in grado di raggiungere un’autonomia tanto elevata grazie alla ricerca della perfezione dell’efficienza.
La Ioniq 6 l’auto del suo segmento più virtuosa in termini di penetrazione dell’aria, nonché quella con più autonomia: 614 chilometri per la Long Range a trazione posteriore.
Il primo gradino del podio tra quelle ad elevata potenza e trazione integrale, invece, è tutto della Model 3 Dual Motor.
Ci sono altri due aspetti interessanti della Ioniq 6: la capacità di caricare fino a 350 kWh (dal 10 all’80% in 18 minuti, per capirci), e la possibilità di utilizzare l’auto come enorme batteria per alimentare dispositivi elettronici di ogni genere mentre è parcheggiata.
L’ampia vetratura e la posizione di guida piuttosto alta per una berlina regalano una buona visibilità anteriore e laterale. Lo spazio per i passeggeri lascia a bocca aperta, specie confrontandolo con le concorrenti a motore termico. Sul divano posteriore l’unico limite è rappresentato dal tetto spiovente, che comunque non creerebbe problemi a un passeggero di 1,85 metri di altezza, mentre le gambe trovano un’ampia superficie e un pavimento completamente piatto.
Per motivi stilistici e aerodinamici il passo della Ioniq 6 è inferiore di 5 centimetri rispetto a quello della Ioniq 5, ma questo non influisce sullo spazio a bordo.
Per la stessa ragione, risulta più piccolo il bagagliaio: 401 vs 551 litri.
Su strada la berlina coupé elettrica si dimostra incredibilmente agile, rapida negli inserimenti e priva di rollio. Il piacere di guida, insomma, è di livello, e va di pari passo con le prestazioni del doppio motore elettrico da 325 Cv.
Il baricentro basso e la taratura ferma delle sospensioni non tolgono nulla al comfort di marcia. Come spesso capita sulle elettriche, la Ioniq 6 sembra ben più leggera di quanto non sia realmente: guidandola non si direbbe che supera le due tonnellate.
La versione standard da 151 Cv costa 47.550 euro, mentre la Long Range da 229 Cv parte da 55.400 euro. La top di gamma AWD da 325 Cv supera i 62 mila.